ANDREA PALMA ELOGIA LA GTSPRINT: PER IL CAMPIONE 2012 LA SERIE SWR È UN OTTIMO BIGLIETTO DA VISTA
Nove vittorie, quattro pole, due secondi ed un terzo posto su sette doppi appuntamenti. Per Andrea Palma quella del 2012 è stata una stagione trionfale, in cui il veloce pilota del Black Team ha saputo tenere alti i colori della Ferrari, portando al successo nella GTSPRINT INTERNATIONAL SERIES una 458 GT2. E proprio dalla Casa di Maranello il romano , che era riuscito a laurearsi campione in anticipo già in occasione del weekend di Spa-Francorchamps, ha ricevuto un meritato riconoscimento nell’ambito delle premiazioni ufficiali che si sono tenute a Valencia.
Pur non avendo ancora deciso del suo futuro, Palma è assolutamente certo di una cosa: la vittoria messa a segno lo scorso anno nel campionato targato SWR, ha segnato per lui una svolta importante.
«Oltre al titolo, la GTSPRINT mi ha dato tanta visibilità e la vittoria ottenuta, oggi costituisce un biglietto da visita importantissimo per la mia carriera. La scelta di prendervi parte anche nel 2012 è stata in un certo senso anche “strategica”, perché ha contribuito a rilanciarmi dopo la delusione dell’anno precedente, quando avevo lottato fino all’ultimo per il titolo assieme a Max Mugelli, concludendo poi quarto. Mi sentivo pronto per affrontare una stagione da solo, puntando sulla vettura, il team ed il campionato che io ritenevo essere di riferimento. Sono stati questi i tre pilastri del mio successo».
Una squadra nuova sulla carta, ma con tanta gente “navigata”. Quale è stato il rapporto con loro?
«L’organico del Black Team era quasi lo stesso della ex Edil Cris, che in passato avevo avuto come avversaria. Indiscusse le capacità tecniche e qualitative. E poi avevo già un ottimo rapporto con Enio Bolsieri, anche se era la prima volta che lavoravamo insieme. Un rapporto che si è consolidato ulteriormente. Abbiamo messo insieme un’équipe vincente. I suoi complimenti mi hanno fatto tantissimo piacere. A volte, dopo un periodo negativo, è bello riscoprire sé stessi anche attraverso gli altri».
Vincere con la Ferrari nella GTSPRINT cosa ha significato?
«Si è trattato di un’esperienza straordinaria. Come se tutto ciò non bastasse, è arrivato come una ciliegina sulla torta l’invito alle premiazioni ufficiali».
La GTSPRINT quest’anno cambia “look”. Due gare da 60’ per weekend in luogo di quelle da mezzora ciascuna, con il pit-stop obbligatorio. Otto appuntamenti di cui cinque all’estero. Cinque differenti classi… Cosa ne pensi?
«Credo che se la formula adottata fino ad ora sia stata quella giusta, il nuovo format pensato per la GTSPRINT, in questo particolare momento, sia sicuramente il più appropriato. Gare più lunghe danno maggiore opportunità ai piloti di guidare, contenendo anche le spese. La GTSPRINT ti dà inoltre, come ho già detto, tanta visibilità sia in Italia che nel resto d’Europa. Le gare sono belle, interessanti, inserite in un contesto importante come quello della Superstars ed in abbinamento con altri campionati internazionali. Inoltre, la mia fiducia nei confronti degli organizzatori rimane incondizionata, essendo le stesse persone che hanno creato la Superbike. Sono assolutamente convinto che, come è successo nell’ambito delle due ruote, anche la GTSPRINT possa presto diventare una serie di assoluto riferimento».