RALLY PROJECT AL RALLY DI CECCANO: LA DEA BENDATA TRADISCE ANCORA MAX RENDINA
Il pilota romano avrebbe concluso quinto assoluto nonostante problemi al motore, ma non ha visto l’arrivo per rottura dei bulloni di fissaggio della trasmissione. La delusione per non aver detto sul palco di arrivo “Ciao Luca”. Una gara tanto sofferta quanto decisa e brillante con un esito da dimenticare. Ecco il report sintetico del Rally di Ceccano per Rally Project e Max Rendina , al loro debutto, lo scorso fine settimana, con la Lancer EVO IX preparata in Gruppo R.
La trasferta nel frusinate era partita bene con lo shakedown, dove la vettura aveva soddisfatto Rendina ed il suo copilota Mario Pizzuti: le sensazioni erano decisamente delle migliori. La gara, svoltasi in notturna si è invece rivelata un vero e proprio calvario, con i problemi al motore palesati già dal primo impegno cronometrato e protratti poi per tutto il resto dell’impegno.
Nonostante i gravi problemi di rendimento del propulsore, con temperature e pressioni costantemente oltre i limiti, Rendina e Pizzuti avevano idea di terminare la gara, come promesso per dedicarla la loro amico Luca “bamba” Corsetti, scomparso prematuramente all’inizio dello scorso giugno. Era un impegno morale preso che doveva essere onorato a qualunque costo “Anche finendo a passo d’uomo”, aveva detto a metà nottata Max Rendina.
La gara stava finendo praticamente con il motore rotto, la comunque esaltante quinta posizione assoluta, prima del Gruppo R, era oramai all’orizzonte ben fissata se non che, proprio nel finale dell’ultima prova speciale, a circa tre chilometri dall’epilogo, lo sfilamento dei bulloni di fissaggio della trasmissione ha costretto l’equipaggio alla resa: il tubo stesso della trasmissione puntava sull’asfalto impedendo alla vettura di camminare. Il trasferimento per l’arrivo era di oltre 15 km, Rendina e Pizzuti sono poi andati fuori tempo massimo.
“Ce l’abbiamo messa tutta ma non ce l’abbiamo fatta ragazzi”, sono state le parole del copilota Mario Pizzuti, in lacrime come anche Rendina stesso, delusi per non aver potuto salutare e ricordare degnamente, sotto la bandiera a scacchi, il loro amico scomparso.
FOTO DI LEONARDO D’ANGELO