MOLLY TAYLOR DOMANDE E RISPOSTE SUL CAMPIONATO EUROPEO 2013 – LADIES’ TROPHY FIA ERC

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Molly, la stagione 2013 è stata speciale, ci racconti un tuo ricordo di ogni gara? – E’ stata una stagione molto diversa da tutto quanto avevo vissuto in precedenza. Una grande esperienza e uno sguardo verso quello che serve per andare avanti, dai rally come divertimento al provare a fare carriera . L’intero anno è stato un processo di apprendimento incredibile per me .- Alle Azzorre siamo stati incredibilmente sfortunati, per quanto successo con un’altra auto,  non era sicuramente il modo in cui volevamo iniziare il nostro campionato. E’ un luogo incredibile per un rally, fino all’incidente è stata un’esperienza fantastica.
– La Corsica è stato il pezzo forte, la mia gara preferita finora. Arrivare secondi tra le 2RM e vincere delle prove in categoria è stato ottimo anche perché era la prima volta che siamo riusciti a farlo.
-Ypres rappresenta probabilmente il rally più straziante della mia vita
-In Romania è stato fantastico essere di nuovo sulla terra ma una gara davvero dura, incredibilmente sconnessa. Si è trattato di gestire molti fattori, non solo la velocità, per preservare la macchina ed arrivare al traguardo.
– Anche il Barum era fantastico, siamo stati un po’ sfortunati con il tempo che ha sciupato alcune prove. E’ stata comunque una buona esperienza, solitamente non abbiamo molte opportunità di guidare su queste strade e condizioni. In questa stagione dell’Europeo ha piovuto un po’ ovunque  quindi ci stiamo abituando. Quando il fondo era asciutto, le prove erano incredibilmente divertenti da guidare.
-La  Polonia non era affatto come ce la aspettavamo, appena arrivato pensavamo fosse una gara  molto veloce. Le condizioni in gara ne hanno fatto, come in Romania, una vera prova di sopravvivenza
-La Croazia è stato un bel rally, ci sono piaciute le prove ed abbiamo fatto qualche bela lotta e qualche buon tempo, con in mezzo un bel po’ di problemi mai visti prima. Siamo stati fortunati per tutto l’anno con l’affidabilità della macchina, qui quasi tutto quello che poteva andare storto lo ha fatto, ma abbiamo lottato con tenacia e siamo soddisfatti del risultato finale.

Quanto è importante mettere a frutto l’esperienza piuttosto che riscrivere nuove note ogni volta? Il tuo sistema di note è ancora in evoluzione?
Dopo Ypres abbiamo completamente cambiato il nostro sistema di note. Seb ed io abbiamo iniziato ad allenarci su strade sconosciute, così come in gara. E’ una bella sfida, dato che possiamo fare solo due passaggi e contemporaneamente sviluppiamo un nuovo sistema. Di sicuro si nota un miglioramento nei tempi quando le prove speciali si ripetono e sappiamo quindi che c’è ancora margine di miglioramento. Questa è la cosa importante di questa stagione, lo sviluppo di questo sistema in gare nuove ci offre una migliore comprensione di come le note si collegano alla velocità. C’è anche il fatto che ogni round dell’Europeo è molto specialistico, non solo asfalto o terra: L’asfalto del Barum è diverso da quello in Corsica , proprio come la superficie sabbiosa in Polonia è diverso dallo sconnesso in Romania . Ogni gara ha le sue caratteristiche individuali, di sicuro tornarci per la seconda volta sarebbe un aiuto enorme.

Quale fondo preferisci tra terra e asfalto, ed hai una gara prediletta? Sulla base della sua esperienza di quest’anno ritieni sia più facile fare la differenza su asfalto o su terra?
Ho sempre preferito la terra, dato che praticamente tutti i rally nel mio paese sono su questo fondo ed è lì che ho imparato a correre, e la sensazione di spingere una macchina ai suoi limiti sullo sterrato. Quest’anno abbiamo fatto molte gare su asfalto ed è stato importante per aumentare il feeling su questa superficie, l’asfalto può essere molto divertente se si ha il giusto livello di fiducia soprattutto su certi tipi di strade. Sono sensazioni diverse, cercare di trovare il limite non è così progressivo come su terra. La mia gara preferita quest’anno è stata il Corsica, che è su asfalto. So che sembra una contraddizione ma per me, avendo meno esperienza su asfalto, penso che proprio su questo fondo sia possibile fare maggiormente la differenza in quanto spesso è una situazione di “o la va o la spacca”. La terra è molto più progressiva e va a feeling, si può flirtare con il limite, con un po’ di margine in entrambi i casi, si può far scorrere un po’ di più o girare la macchina ed avere più spazio di manovra in ogni curva se le condizioni cambiano, mentre l’asfalto non è così indulgente se si trova un tratto scivoloso di cui non si era a conoscenza. In questo senso trovo l’asfalto più specialistico.

Molly , anche se hai lodato l’affidabilità della vostra auto ci sono stati momenti in cui hai dovuto eseguire lavori sulla macchina . Tu e Seb avete imparato molto avendo dovuto effettuare delle riparazioni in trasferimento. Inoltre trascorri del tempo con la squadra ed in officina, per approfondire la conoscenza della macchina e di cosa fare per prendersene cura.
Abbiamo fatto i meccanici su strada, come si dice. E’ importante sapere cosa è possibile riparare tra i parchi assistenza con gli attrezzi ed i ricambi che abbiamo in macchina; in Polonia siamo stati molto fortunati perché a causa dei solchi e del fondo molto sconnesso abbiamo danneggiato e piegato il ponte posteriore al punto che alcuni bulloni si sono allentati: a un certo punto era rimasto un solo bullone a tenere il ponte posteriore al telaio ed abbiamo dovuto cercare di ripararlo. La presa che non si adatta, il punto che non si raggiunge … abbiamo fatto del nostro meglio per cercare di risolvere il problema e per fortuna ha retto attraverso l’ultima prova. La comprensione di queste cose è di vitale importanza, se non avessimo cercato di riparare l’auto sul trasferimento non saremo arrivati in fondo al rally. Conoscere la vettura è fondamentale, sia in termini di riparazioni in gara che quando si desidera regolare l’auto. E’ importante sapere cosa si può cambiare, quello che si sta facendo, quale effetto avrà sulla vettura e perché. Penso che sia molto importante quindi facciamo  tutto il possibile ed ora che ho un po’ di tempo intendo passare qualche giorno in officina aiutando a preparare la macchina, per mia conoscenza e vantaggio.

Hai detto che questa stagione potrebbe essere quello dove finora hai imparato di più nella tua carriera. Hai fatto tanta strada dal tuo debutto, passando anche attraverso la WRC Academy. Quali sono le differenze tra l’essere in una serie monomarca ed al contrario avere un tuo team, dove tutti lavorano insieme, ma dove si può anche parlare liberamente e programmare il futuro? Tu ad esempio di cosa ti occupi?
Credo che l’anno nella Pirelli WRC Academy sia stata un’incredibile esperienza formativa; quest’anno è stato diverso in quanto diverse entità si sono riunite in gruppo per permetterci di disputare la stagione. Lavorare con la United Business ed un sacco di sponsor, sostenitori ed altri provenienti da diverse aree è esigente; si lavora come una squadra cercando di mettere tutto insieme. Ci sono tante altre cose a cui pensare: la performance all’interno della vettura è una cosa, ma anche tutte le altre che devono accadere per fare si che tutti abbiano il loro ritorno dall’anno può aiutare a fare progredire una carriera. Da questo punto di vista ha significato lavorare con tutti i fattori coinvolti in questo sport , non solo la guida .

Quanto è importante avere qualcuno che dia una mano, come una buona squadra ed una società di gestione professionale? Tu di quali compiti di occupi personalmente ed in cosa ti affidi ad altri?
Per la nostra crescita è stato fondamentale cercare di essere più professionali in questo sport, di  avere una corretto team di gestione. Grazie alla United Business siamo riusciti a compiere questo passo, ed ora possiamo puntare ad un livello professionale. E’ uno sport commerciale, non una persona che va da sola, ma si tratta piuttosto di mettere insieme un piano. Dobbiamo trovare il nostro posto nell’ingranaggio e come sfruttarlo al meglio. Da parte mia, ho lavorato molto duramente a casa in Australia per portare i miei sostenitori e sponsor insieme ed attraverso la United Business ne abbiamo fatto un piano per il Campionato Europeo. Lavoro con la  United Business per pianificare le gare, poi la mia responsabilità è di andare e fare il mio lavoro .

Come ci si sente ad aver vinto la prima edizione del Ladies’ Trophy FIA ERC ? Come è stata la tua stagione in termini di rapporto con i tuoi avversari principali e quali commenti ti sono arrivati dall’Australia? Immagino che una ragazza australiana diventata Campionessa Europea Rally deve attirare l’attenzione?
Vincere il campionato era il nostro obiettivo stagionale e siamo davvero entusiasti di esserci riusciti. In alcune gare abbiamo avuto un bel po’ di concorrenza, il che è stato davvero buono. Con Ekaterina Stratieva andiamo molto d’accordo, molte persone hanno scherzato cercando di istigare una sorta di lotta tra ragazze ma è stato tutto veramente cordiale ed abbiamo apprezzato molto la lotta. Sono abbastanza sorpresa dal feedback dall’Australia, ci sono state ottime reazioni. Abbiamo parecchio  sostegno in ogni gara, ma soprattutto dopo la Croazia dove abbiamo chiuso il campionato ero abbastanza sopraffatta dalla quantità di congratulazioni e dal coinvolgimento dei media locali . Molte persone mi hanno detto che mi avevano sentita sui notiziari radio, era molto più di quanto mi aspettassi.

La Croazia è stata la prima volta che hai avuto un compagno di squadra, ed inoltre un tuo  connazionale. Com’è andata?
E’ stato bello avere un po’ di compagnia e non essere l’unico australiano in giro. Sono ragazzi fantastici ed avevamo già gareggiato prima con loro quest’anno. E’ stato bello averli qui e penso che  l’esperienza sia loro piaciuta davvero molto. Mi ricordo che quando sono venuta per la prima volta in Europa senza conoscere nessuno, cercando di iniziare, di organizzare una squadra, incontrare persone .. è stato bello essere in grado di aiutare qualcun altro a venire qui, speriamo che tornino.

Per ultimo ma non per importanza, ancora due parole sul supporto che si può ottenere dalle società di gestione. Possono fare molto per un pilota, ma in ultima analisi sono questi che devono poi metterci del loro alla guida. Che pesi possono togliere dalle spalle e come possono aiutare a progredire ?
Se si vuole essere visti come un pilota di rally professionista, penso che si debba agire come tale. Avere una terza parte, una società di gestione che si prenda cura dell’organizzazione, la direzione, la pianificazione strategica per il futuro, decidere quali rally sia utile disputare e perché. Tutto quel lato, il processo decisionale e di guardare avanti è dove sono davvero di aiuto. Inoltre, agire in qualità di rappresentante per vostro conto è utile quando si tratta con i partner commerciali, i costruttori, i sostenitori. Tutto deve essere gestito a livello professionale, e non basta farlo come un pilota. È necessario avere il pacchetto completo, ed è molto difficile per una persona sola . In ultima analisi, il nostro compito è quello di andare fuori e guidare, ma siamo in grado di vedere davvero l’aiuto che otteniamo da una società come la United Business .