Venturini: “Al Mugello per chiudere alla grande”
L’anno scorso fu Luca Filippi ad aprire e chiudere la prima edizione dell’Auto GP: il pilota piemontese, infatti fu in grado di vincere sia nel round di apertura a Brno che in quello finale a Monza, rendendo speciale la sua stagione. Ora che l’Auto GP si avvicina al round del Mugello, chiusura del Campionato 2011, c’è qualcuno che spera di riuscire ad imitarlo: si tratta di Giovanni Venturini, diciannovenne talento del team Griffitz Durango.
Da tutti riconosciuto come uno dei più interessanti tra i giovani piloti Italiani, Venturini ha infatti dominato la prima gara dell’anno sul circuito di Monza, cogliendo prima la pole e poi un successo perentorio da debuttante assoluto che colpì addetti ai lavori e appassionati. Ora spera di chiudere l’anno così come l’aveva iniziato, anche perché è in piena lotta per il secondo posto nella classifica Under 21, piazzamento ambito anche da Samuele Buttarelli e Adrien Tambay.
“Il secondo posto nell’Under 21 è un obiettivo importante anche perché mi darebbe la possibilità, se Ceccon dovesse vincere anche l’assoluta, di salire sulla GP2 per il test premio. Per cui non c’è dubbio che al Mugello darò il massimo per centrare l’obiettivo, spero di ritrovare il ritmo di inizio stagione”.
Come ritieni il bilancio del tuo 2011 fino ad oggi?
“Dividerei la stagione in due parti, una fino a Budapest e poi l’altra da Brno in poi. L’inizio del campionato è stato fantastico perché sono stato davanti fin dalla due giorni di test a Barcellona, e poi a Monza ho fatto la pole e vinto Gara 1 per distacco, quasi con facilità.
La prestazione veniva in modo semplice, il feeling con la macchina era perfetto e anche in Ungheria è arrivato un terzo posto. Essere considerato in corsa per il titolo al primo anno era una bella sensazione, tutto andava nella direzione giusta.
Poi da Brno le cose sono cambiate: con il team abbiamo deciso di sperimentare un po’ col differenziale, ma siamo andati nella direzione sbagliata e ne è uscito un pessimo weekend, forse il peggiore della mia carriera. Ovviamente una volta visto il risultato siamo tornati indietro con le scelte tecniche, ma nonostante questo le sensazioni non sono mai tornate quelle di inizio stagione.
Però ad Oschersleben avete vinto di nuovo. Hai resistito per tutta la gara a De Jong, mettendo in pista tutta la tua grinta.
“Non volevo rinunciare a una possibilità di vittoria, e me la sono presa con le unghie e con i denti anche per ringraziare il team che comunque stava lavorando duro per ritrovare la strada giusta. Quello che mi conforta è che io nel corso dell’anno ho sempre dato il massimo senza commettere errori, sfruttando ogni occasione che ho avuto. In alcune occasioni abbiamo avuto anche sfortuna, come a Valencia: per un problema a un sensore il nostro motore riceveva il 15% in meno di benzina, un problema piccolo ma che curva dopo curva ha fatto la differenza. Per il resto ora non ci manca molto dai migliori, circa un paio di decimi, ma in una Serie tirata come l’Auto GP non te lo puoi permettere”.
Quanto ha pesato secondo te l’assenza di un compagno di squadra in grado di affiancarti nel lavoro di sviluppo della vettura?
“Cipriani è migliorato molto dall’inizio della stagione e sinceramente fare parte di questo suo processo di crescita è stato anche stimolante. Detto questo, è chiaro che essendo comunque una sorta ‘di gentleman driver’ il suo apporto dal punto di vista tecnico sia limitato. Rispetto ai team con due o addirittura tre vetture siamo senza dubbio svantaggiati, soprattutto perché se vogliamo provare soluzioni di assetto nuove possiamo testarle solo una alla volta, e con il tempo limitato che abbiamo a disposizione in pista questo è un discreto limite.
Inoltre c’è anche il fattore psicologico: guardando ad esempio a quanto accade alla Lazarus tra Onidi e Crestani, è evidente che avendo prestazioni vicinissime loro due si spingano a vicenda a dare il massimo. Io non ho questo stimolo, e anche se scendo sempre in pista ben deciso a dare tutto questa situazione potrebbe essere un piccolo svantaggio inconscio”.
Guardiamo al futuro: che rapporto hai con la pista del Mugello?
“Mi piace molto, come alla maggior parte dei miei colleghi. Sono andato due volte a podio lì con la F.Renault 2.0 ma so che con l’Auto GP sarà tutta un’altra storia. Sinceramente, viste le caratteristiche della macchina, non vedo l’ora di entrare in pista.
Tra l’altro, anche tecnicamente sarà una sfida interessante: ha un rettilineo lunghissimo e in salita, per cui la velocità di punta sarà importante, ma scaricando troppo la macchina dal punto di vista aerodinamico si rischia di non avere grip in tutti i curvoni che si trovano lungo il tracciato. Trovare il bilanciamento giusto sarà fondamentale, e se i vari team faranno scelte diverse tra loro potremmo davvero vedere un grande spettacolo. Non so se basterà l’aria di casa per riportarci al livello di inizio anno, ma come ho detto ho un obiettivo importante da centrare, per cui io e Durango non lasceremo nulla di intentato”.
L’Auto GP ha recentemente annunciato i piani per il 2012, con un calendario intercontinentale con trasferte in Brasile, Stati Uniti e Giappone. Cosa ne pensi?
“Mi pare che finora l’organizzazione si sia mossa molto bene, facendo crescere il campionato anno dopo anno con le mosse giuste. Anche in questo caso credo che, visto quanto è cresciuta l’attenzione verso il campionato grazie a Eurosport e all’abbinamento con il WTCC, stringere ancora di più questo rapporto sia un fatto positivo.
Sud America e Asia poi sono un bacino importante per i piloti, per cui potrebbe essere un modo di dare più ricchezza e varietà alla griglia. Io non ho ancora deciso cosa farò l’anno prossimo, ma sicuramente una seconda stagione in Auto GP è tra le opzioni che prendo in considerazione con maggiore interesse”.
Filippo Zanier
Auto GP Media Officer