“Mercedes avanti tutta a Jerez”
Radio box ha cominciato a mormorarlo la scorsa estate, nel pieno dell’ascesa di Vettel verso il quarto titolo mondiale: con l’adozione dei nuovi regolamenti, la Mercedes è in vantaggio su tutti. Difficile che a Jerez qualcuno abbia bluffato nel corso delle prime prove. E dunque la voce che si era diffusa nel paddock ha più di un fondamento di verità. In quattro giorni densi di problemi per tutti, con la Red Bull addirittura rimasta al palo con guai quasi incredibili, la Mercedes è stata l’unica a permettersi di tentare addirittura una simulazione di gara. E bene sono andate anche McLaren, Force India e soprattutto Williams, i team che montano il nuovo complesso propulsivo (motore 1.6 turbo, elettrico, sistemi di recupero di potenza e batterie) della stessa Mercedes. Per queste quattro squadre il vantaggio di avere provato di più si farà probabilmente sentire almeno sino a metà stagione. Magnussen con la McLaren alla fine è stato il più veloce davanti a Massa, Hamilton e Button. Non sembrano messe male neppure le squadre che usano la “power unit” della Ferrari, cominciando dalla squadra di Maranello e proseguendo con la Sauber, soddisfatta anche per bocca di Monisha Kaltenborn delle prime prove e dell’arrivo di Sutil. Il dramma è, al momento, per chi usa il gruppo Renault, con problemi di vibrazioni e surriscaldamento che hanno reso inutili i test della Red Bull e della Toro Rosso. Chi aveva criticato la Lotus per avere snobbato i test deve perlomeno dare atto al team di avere risparmiato i soldi di quattro giorni di test che sarebbero stati inutili. E che annunciano un inizio di stagione difficile per la Red Bull. La RB10, peraltro, sembra interessante e con la soluzione del muso “rompighiaccio” che potrebbe far pensare a un sistema DRS passivo. Tra le novità da segnalare c’è, a questo proposito, la sospensione posteriore della McLaren che, abbassandosi alle velocità più elevate, riduce carico aerodinamico al posteriore. Difficile per ora parlare di piloti, con le novità di alcuni cambi di casacca (Raikkonen, Hülkenberg, Sutil, Massa, Perez) che daranno senza dubbio pepe alla stagione insieme al debutto di ragazzi come Magnussen e Kvyat. L’ultima considerazione è per i nuovi regolamenti che sembrano sempre più astrusi e complicati, al pari della folle decisione di assegnare il doppio dei punti in occasione dell’ultimo Gran Premio. Nel nome di una ricerca tecnica che alla fine non è così avanzata con il congelamento di unità motrici e scelte tecniche uniformate, si spendono fiumi di soldi per uno spettacolo che lo scorso anno è arrivato soprattutto in virtù di ali variabili e gomme a decadimento programmato. Se si pensa che in America con 10-15 milioni di dollari si corre una stagione nella NASCAR o con le monoposto della categoria maggiore con gli autodromi pieni e la gente attaccata alla TV, forse qualcuno alla FIA dovrebbe cominciare a porsi qualche domanda sul perché in F.1 non bastano 150 milioni di franchi per essere competitivi e, soprattutto, dare spettacolo.
Roberto Gurian