56° Rallye Sanremo – Nucita cerca la conferma, – Scandola la vittoria
Il giovane siciliano è stato la rivelazione del Ciocco e vuole confermare le sue ottime prestazioni; il campione italiano in carica non ha mai ottenuto grandi soddisfazioni in Liguria e farà di tutto per sfatare la tradizione. Il 56° Rallye Sanremo si preannuncia più combattuto che mai. Non sono solo i senatori del rallismo italiano a renderlo la competizione più viva ed accesa del panorama, non solo italiano, ma anche alcuni giovani speranze che hanno rinverdito ed abbassato l’età media dei contendenti al titolo tricolore. Fra questi, i principali candidati ad un posto nell’olimpo della classifica del 56° Rallye Sanremo sono Andrea Nucita ed il campione italiano in carica Umberto Scandola.
Andrea Nucita (navigatore Giuseppe Princiotto; 24 anni; campione italiano Produzione 2013; vincitore Coppa CSAI equipaggi Indipendenti 2013; Campione Italiano Junior 2012). C’è chi ha cominciato a correre di nascosto dalla famiglia. Chi lo ha fatto usando lo pseudonimo per non farlo sapere a genitori e conoscenti. Per Andrea Nucita, promettente siciliano di Santa Teresa di Riva (ME), gli inizi sono stati molto più facili. Il padre Domenico frequentava le prove speciali negli anni Ottanta al volante di una Simca 1000 Rallye-2, mentre la madre Nunzia “è più matta di noi, al punto che quando mio padre correva, lo seguiva per tutti i rally d’Italia ed è la mia prima tifosa”. Inizi senza ostacoli, ma per crescere bisogna lavorare sodo e duro, fino ad arrivare alle prestazioni che il portacolori della scuderia Phoenix ha sfoderato al Ciocco, risultando secondo assoluto dietro a Basso per gran parte della prima tappa, prima di essere rallentato dalla rottura di un semiasse. Dimostrando ancora tutta la sua velocità nella seconda tappa prima di essere fermato da un principio d’incendio che lo ha costretto ad un breve ricovero in ospedale per intossicazione da fumi e vapori di benzina. “Le prestazioni del Ciocco hanno sorpreso innanzi tutto noi e quando dico noi parlo di tutto il gruppo: io, il mio navigatore Giuseppe Princiotto, la mia famiglia, la scuderia Phoenix e la LB Tecnorally che cura la vettura. Siamo rimasti sorpresi, ma abbiamo lavorato tutti duramente per essere a quel livello. Però siamo i primi ad essere consapevoli che quella non è una posizione acquisita ma che va difesa e riconquistata ad ogni gara. A cominciare da Sanremo”. Andrea Nucita e la sua famiglia hanno impostato uno sviluppo di carriera che deve portare verso il professionismo nei rally. E così ha iniziato fin dalle prime armi ad uscire dalla Sicilia per confrontarsi con gli altri giovani leoni a livello nazionale: nel 2010 il messinese era già secondo nel Trofeo 500 Abarth Rally mentre l’anno successivo era secondo, per solo mezzo punto, nel Campionato Italiano Junior, titolo ha conquistato nel 2012. Poi lo scorso anno il doppio successo nel campionato Italiano Produzione e la Coppa CSAI Indipendenti. “Il percorso di crescita imponeva per il 2014 un deciso salto di qualità ed il passaggio alle 4 Ruote Motrici. Ma con molta umiltà perché io ho guidato solo due volte questo tipo di vetture e mai in prova speciale. E poi il Campionato Italiano Rally è il più bello e quindi il più difficile al mondo. Lo dimostrano tutti gli stranieri che sono venuti in Italia pensando che fosse terreno di facile conquista ed hanno cambiato presto idea”. Andrea Nucita ha iniziato la stagione con la Peugeot 207 S2000 della LB Tecno Rally di Enna. “Una vettura che nasce all’aria buona della provincia più alta d’Italia. Anche per Mario La Barbera, il patron del team, l’avventura nel CIR è tutta nuova, perciò si è buttato dentro con passione, entusiasmo, voglia di fare bene e molta umiltà. Ci stiamo confrontando con le nuove R5, che sono all’inizio del loro sviluppo e per forza di cose cresceranno e probabilmente da metà stagione saranno decisamente superiori alle S2000. Ma per quel momento spero sia arrivata anche ad Enna una splendida Peugeot 208 T16 R5 con cui affrontare i big del campionato italiano”.
Andrea Nucita chiude la sua chiacchierata con un pensiero al prossimo Rallye Sanremo “È la quarta volta che disputo la gara della Città dei Fiori e speravo di poter contare su questa esperienza, ma sono state cambiate gran parte delle prove speciali. Pazienza, ci confronteremo su strade che non conosciamo. La Ronde sarà sicuramente determinante ai fini della classifica, ma non bisogna sottovalutare nessuna delle altre prove speciali, che possono fare la differenza. Personalmente ho un bellissimo ricordo sulla Ronde di quattro fa quando ho ottenni il miglior tempo in questa speciale, allora di 42 chilometri, fra i partecipanti al Trofeo Abarth con 4” su un mostro sacro come Roberto Vescovi. Impiegai un bel po’ di tempo a convincermi che io ero davanti a tutti”. Un attimo di riflessione poi Andrea Nucita conclude. “Ma il ricordo più bello del Sanremo è sicuramente la sua terza tappa…”. Terza tappa? Ma il Sanremo ne ha solo due gli facciamo notare. “La terza tappa è quella del sabato sera, terminata la gara, quando si fa festa tutti insieme, e si dimenticano tutte le rivalità e le tensioni per ridere e scherzare tutti insieme. Questo è il bello del mondo dei rally”. Ed allora, viva la terza tappa del Rallye Sanremo.
Umberto Scandola (navigatore Guido D’Amore, 29 anni, campione italiano rally 2013, pilota ufficiale Škoda Motorsport). Muso lungo e sguardo in giù puntato alle scarpe. Umberto Scandola comunica con voce funerea: “Al Sanremo non partiremo”. Sgomento e perplessità di chi sta a sentire, poi qualcuno adocchia il calendario e il pesce di aprile si scioglie dall’amo. “Volevo diffondere un comunicato in cui dicevo che non saremmo stati al via”, dice uno Scandola con una voce decisamente più allegra “ma poi mi sono chiesto come l’avrebbero presa in Škoda”. Le facce dei presenti gli confermano che il management della casa di Mladà Boleslav non si sarebbe esibito in danze, festeggiamenti e grandi pacche sulle spalle. “Usando una frase fatta debbo dire che il Sanremo è il Sanremo. Non conta nulla la titolazione. Il Sanremo vale una stagione. Me lo ha confermato il nostro motorista francese che ha ribadito come Oltralpe le gare che fanno storia sono il Monte-Carlo, il Sanremo ed il Barum Rallye nella Repubblica Ceca”. Secondo assoluto al Rally del Ciocco che ha aperto la stagione del Campionato Italiano Rally 2014, il pilota veronese analizza le sue prestazioni. “Abbiamo fatto esattamente quello che era nei nostri compiti e nei nostri obiettivi. Abbiamo sofferto molto nella prima tappa, quando siamo partiti per primi, dovendo ‘spazzare’ la polvere dalla strada ai nostri avversari. Non abbiamo esagerato, ma nemmeno siamo stati troppo conservativi” Alla luce dei risultati ottenuti al Ciocco Scandola volge lo sguardo al Sanremo con tutti i suoi pretendenti alla vittoria. “Più che al Ciocco è importante guardare all’Acropolis Rally, valevole per il Campionato Europeo, svoltosi lo scorso fine settimana in Grecia vinto da una vettura di categoria R5 (primo Craig Breen con la Peugeot 208 T16). Siamo ansiosi di capire quali e quanti progressi le R5 abbiano compiuto nell’ultimo mese”. Il Sanremo, che parte ed arriva nella città del Casinò, ha le sue mille incognite. “Nonostante sia la decima volta che disputo il Sanremo ci sono ancora delle prove che non conosco. Ad esempio quelle della seconda tappa. Ovviamente la Ronde in notturna sarà determinante ma potrebbero esserci altre prove che riservano sorprese inaspettate. Saranno determinanti le gomme. Io sono alla seconda gara con le Michelin e abbiamo raggiunto immediatamente un buon feeling. Al Ciocco abbiamo volutamente usato gli pneumatici in conformità ai regolamenti FIA, che presentano un’impronta diversa da quelli che si usano di solito nel Campionato Italiano Rally. Mi sono trovato bene e non ci sono stati problemi. L’unico handicap potrebbe arrivare dal fatto che le prove in notturna di venerdì sera, Vignai e la Ronde potrebbero essere bagnate. Noi non abbiamo esperienza di quelle condizioni, i francesi (ovvero Bouffier) sì”. Reduce da due edizioni deludenti – nel 2012 fu costretto al ritiro nella prima speciale, mentre lo scorso anno problemi di gomme lo bloccarono anzitempo – Umberto Scandola ha anche ottimi ricordi del rally della Riviera dei Fiori: “Sono due i ricordi che mi fanno più piacere. La prima riguarda l’anno in cui ero pilota ufficiale Abarth e mi ritrovai a lottare con Rossetti, Panizzi e tutti gli altri piloti top dell’Italiano e dell’Europeo. Ricordo che in una prova chiudemmo in cinque in meno di un secondo. Fu una gran battaglia. L’anno successivo c’era la Ronde di 60 chilometri. Io arrivai allo start di quella prova speciale notturna in testa alla classifica assoluta, davanti a tutti i big. Ero molto giovane e partii all’attacco per mantenere il comando, anzi incrementarlo. Dopo quaranta chilometri di speciale uscii di strada e la mia gara finì lì ma fu molto bello sapere di essere competitivo con i migliori piloti del rallismo nazionale ed internazionale. Adesso per completare in modo perfetto la galleria dei ricordi ci vorrebbe una vittoria”.