INTERVISTA A MAX MUGELLI: AL SACHSENRING PER RIMANERE IN GIOCO!

Terminata la pausa estiva e quando mancano solo due gare al termine del Campionato, è il momento di tracciare il bilancio con il “nostro” Max Mugelli di quanto successo fino ad ora nel neonato Campionato Euro V8 Series, in attesa del prossimo appuntamento dell’EuroV8Series che si disputerà sul circuito tedesco del Sachsenring il 21 settembre.

Una domanda “leggera leggera” per iniziare: come hai passato le vacanze estive?

Ho staccato un po’ la spina, trascorrendo qualche giorno al mare con la famiglia e facendo dei lavoretti a casa che sempre mi rilassano. Ovviamente non ho trascurato gli allenamenti per mantenermi in forma fisicamente anche se forse ci è scappato qualche aperitivo di troppo con gli amici!

Dalle ceneri della Superstars (a cui hai partecipato a partire dal 2012), è nato quest’anno il campionato EuroV8Series. Che differenze hai trovato?

L’organizzatore è lo stesso: la FG Group di Flamini, i team sono gli stessi così come il regolamento tecnico. Il livello dei piloti è buono e mancano solo gli ex Formula 1 che venivano ingaggiati dal promotore per dare più interesse alla serie Superstars. Unica differenza è la mancanza del paddock show nei weekend di gara, anche se credo per le ultime 2 gare Flamini farà lo sforzo di ripresentarlo dato che saremo in concomitanza con la serie ADAC che in Germania attrare sempre un folto pubblico.

Il balance of performance è stato invece di volta in volta deciso dall’associazione dei Team che hanno fatto un buon lavoro, anche se continuo a pensare che bilanciare le prestazioni di vetture così diverse sia molto difficile, dato che ognuno tende a fare i propri interessi.

All’inizio del campionato la BMW doveva essere la vettura di riferimento su cui fare il bilanciamento delle prestazioni delle altre vetture, ma è risultato praticamente impossibile farlo perché la nostra vettura è al limite dello sviluppo, mentre le altre hanno ancora margini di miglioramento notevoli.

Quindi in piste veloci come Monza i 120 cv in più che dispongono Mercedes e Chevrolet rispetto alla mia BMW hanno fatto la differenza come le quattro ruote motrici dell’Audi che in piste dove conta la trazione come Vallelunga e Brno si sono dimostrate praticamente imbattibili.

Analizziamo le gare che hai disputato ne 2014 fino ad ora: Monza, come si sa, non è il circuito migliore per le BMW.

Il gap tra Mercedes e Chevrolet in effetti è troppo alto: stiamo parlando di circa 120 cv, per cui, come dicevo poco fa, nei rettilinei di Monza non c’è storia. Però in quella occasione sono stato soddisfatto del sesto posto in gara 1 e del quinto in gara 2, probabilmente il migliore risultato possibile con la nostra BMW.

Inoltre il gap rispetto alla Mercedes si è ridotto rispetto all’anno precedente, segno del fatto che ho guidato al top e che la nostra vettura era stata preparata al meglio dal team. Certo, in un circuito come Monza con rettilinei così lunghi per noi le possibilità di lottare alla pari con vetture molto più potenti è praticamente nulla.

A Vallelunga invece è successo l’impensabile… un terribile incidente, forse il peggiore della tua carriera.
Un incidente in cui, ci tengo a sottolinearlo, non ho avuto alcuna colpa e in cui purtroppo la BMW è risultata distrutta dopo un triplo capottamento. Il weekend stava andando piuttosto bene e sono certo che avrei potuto lottare per il podio in entrambe le gare, accumulando punti preziosi per il campionato.

Al via di gara 1 sono scattato molto bene dalla terza posizione di partenza, prendendo la scia di Kostka e superando l’Audi di Stancheris. Mi sono portato a centro pista, mentre Kostka si è spostato sulla sua destra, in un punto che le vetture percorrono solitamente quando escono dai box. Poi il pilota ceco ha improvvisamente scartato sulla sua sinistra, mentre eravamo in piena velocità in discesa. A mia volta ho quindi dovuto sterzare leggermente per evitare il contatto e mi sono ritrovato in un sandwich tra le due Audi. Stancheris non ha nessuna colpa nell’incidente, purtroppo ci siamo entrambi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato: la responsabilità invece è di Kostka, che per questo è stato punito dal direttore di gara con un drive through, una punizione che a tutti è sembrata troppo blanda.

Per fortuna non ho subito danni fisici, se non qualche lieve contusione. La BMW ha dimostrato di essere davvero robusta e tutte le precauzioni in più che prendo (per esempio lo stringere molto bene le cinture di sicurezza e realizzare un sedile su misura) sono state molto utili.

Poi finalmente si è tornati a casa, sulla pista del Mugello.

Sulla pista di casa sono stato il più veloce nelle libere e ho conquistato la pole in qualifica, ma in gara non ho potuto fare nulla contro la potenza della Mercedes di Baldan che in rettilineo era più veloce di me di circa 20 km/h e che in partenza mi ha passato come se niente fosse.

Da quel momento sono sempre rimasto incollato a Baldan nei tratti guidati, dove a volte ero costretto a frenare per non tamponarlo e dove però le traiettorie sono obbligate ed è impossibile superare.

Nel rettilineo invece la Mercedes guadagnava circa un secondo, con una velocità di punta di 270 km/h contro i poco più di 250Km/h della mia BMW. Il secondo posto in gara 1 ed il quarto in gara 2 non mi hanno soddisfatto, perché avrei voluto regalare a tutti i miei tifosi e sponsor la vittoria che credo di avere ampiamente meritato.

Nella gara successiva, a Brno, hai comunque conquistato un altro podio.

È vero, anche se bisogna ammettere che senza il ritiro dell’Audi di Kostka in gara 2 sarei arrivato quarto. Come ho detto in precedenza, pur dando il 110%, vetture come l’Audi, che su questa pista sembrava volare, Mercedes o Chevrolet avevano qualcosa in più di noi. Il terzo posto era il massimo a cui potevamo puntare e abbiamo centrato l’obiettivo, ma non potere lottare per la vittoria è stato frustrante.

Quali sono i tuoi obiettivi per le gare che restano da disputare?

Il rammarico è il doppio zero in classifica a Vallelunga per colpa dall’incidente al curvone con triplo cappottamento causato dalla manovra scorretta del pilota ceco dell’Audi. La mancanza di questi punti ha ridotto al minimo le mie speranze di lottare per il titolo sino al termine, ma proverò sino dalla prossima gara a mantenere aperta la speranza, ci vorrà un po’ di fortuna che sino ad oggi a dire il vero mi è mancata.

Confido nell’affidabilità della mia vettura che è migliore rispetto alle nostre concorrenti, il format dell’ultime due gare in Germania sarà diverso rispetto a quello utilizzato sino ad ora, non ci saranno più 2 gare da 25 min + 1 giro ma solo una di 35 min + 1 giro che attribuirà punteggio maggiore. La speranza è che i miei avversari diretti si fermino per poter rientrare in gioco.

Il Sachsenring è una delle poche piste in Europa dove non ho mai corso quindi mi è difficile giudicare a chi sarà favorevole, però ho provato quel circuito al simulatore per prepararmi nel miglior modo possibile. Dalle sensazioni che ho avuto al simulatore, sembra un circuito favorevole alle Audi, ma forse noi siamo leggermente favoriti rispetto a Mercedes e Chevrolet.

Hockenheim invece è una pista non adatta alla mia BMW, vale lo stesso discorso per le condizioni meteo, ma se arriveremo li ancora in lotta per il campionato cercherò di vendere cara la pelle. Nel motorsport niente è scontato!

In ottica 2015, pensi di continuare con BMW in questo campionato o valuti altre possibilità?

Devo essere sincero, la BMW mi piace da guidare e questo tipo di vetture è molto difficile da portare al limite. Il divario tra i professionisti e i gentleman è enorme perché queste vetture turismo dispongono di ottime potenze senza nessun controllo elettronico né in frenata (ABS) né in accelerazione (traction control), non hanno un grandissimo carico aerodinamico e quindi per andare forte vanno guidate.

Il campionato però sta soffrendo la costrizione economica e se non ci saranno interventi da parte di finanziatori esteri sarà molto difficile che nel 2015 ci siano uno schieramento nutrito come è stato sino allo scorso anno: già in questa edizione il numero di partenti è diminuito e spero che nelle prossime due gare ci sia un’adesione maggiore rispetto all’ultima gara a Brno.

In ogni modo non vedo come la nostra vettura possa rimanere competitiva, è frustante sapere di partire per arrivare al massimo terzi o quarti: credo che il grande impegno professionale e l’enorme dedizione che ci metto meritino una vettura in gradi di lottare per vincere in ogni circuito, non devo sperare che gli altri si fermino per potere sperare di salire sul più alto gradino del podio.

Anche per questo sto avendo contatti per tornare al mondo delle Granturismo: il mio lavoro da istruttore Ferrari e da tutor verso molti owners Ferrari mi porta a voler tornare a guidare una vettura del cavallino. Vedremo se sarà possibile.