SILVIO MOSER. UN LIBRO E UNA MOSTRA PER RIEVOCARE IL MITO

Ci trovammo per la prima volta al Ristorante Galleria per fondare il SAR Ticino, ci guardavamo tutti in faccia. Molti tra di noi già si conoscevano. Altri erano del tutto nuovi. Tra una teoria e l’altra, tra un «faremo» e un «vedremo», si alza la voce d’un ragazzino poco più che diciottenne che dice «Mi va a cur a Arosa. Mi fa slalom». O bella, dico. Chi sarà mai costui che vuol correre davvero? Parlava un dialetto ticinese fortemente e simpaticamente tendente allo «züridütsch» ed era alto tanto così. «Mi duman iscrivi ACS e cur in do setiman». Voleva dire che avrebbe gareggiato davvero nello slalom sulla neve ad Arosa con la sua Volvo 122 S il 28 di gennaio del 1961. Quell’intraprendente ragazzino proveniva da Vaglio. «Mi ciama Moser», diceva, e aveva tutta l’aria di saperla lunga. Ma ciò che più mi colpì in lui fu la sua ferrea decisione e la sua volontà. Si sarebbe detto che quel ragazzo disponesse di doti veggenti, parapsicologiche. Era Silvio Moser, l’uomo che qualche anno più tardi avrebbe fatto impazzire dall’emozione tutta la Svizzera per le sue strepitose vittorie. È così che ha inizio il libro che Aldo Pessina, con gli amici di Silvio Moser ha voluto realizzare per commemorare i 50 anni dalla strepitosa vittoria della Temporada Argentina e i 40 anni dalla tragica morte del pilota ticinese, un’opera editoriale che non vuole essere una biografia ma desidera far rivivere il tempo nel quale Moser divenne il protagonista dello sport automobilistico internazionale. I fatti di quel tempo possono fare apparire come gesta eroiche o pazzesche quelle che per i piloti di allora erano del tutto normali. Se ne sono resi conto i promotori della pregevole iniziativa rievocando con i protagonisti di allora tanti episodi nella ricerca di spunti interessanti per questa pubblicazione che, nel loro meticoloso lavoro di recupero, catalogazione e stesura, non si sono lasciati prendere la mano da quelle enfasi epiche che con facilità possono insidiare memorie lontane nel tempo. Ecco che così numerosi amici, sostenitori, manager, collaboratori, meccanici, sponsor, copiloti e avversari sportivi hanno deciso di tracciare la carriera di Silvio risvegliando e raccogliendo i loro ricordi. Aldo Pessina, avendo rivestito quasi tutti questi ruoli e condiviso gran parte delle gesta di Silvio, si è assunto il gradevole compito di fungere da filo conduttore di questa storia incredibile ed appassionante un poco raccontando e molto lasciando dire a quegli amici che hanno voluto condividere questo progetto. Leggendo il libro ci si inoltra lungo un percorso cronologico, solo apparentemente disordinato, che conduce il lettore alla scoperta di un mondo assai lontano da quello odierno in cui gli sviluppi tecnici e affaristici hanno contaminato quest’ambiente trasformandolo in uno sport di feroci individualisti. A distanza di 40 anni il testo e le fotografie risvegliano la memoria o consentono di scoprire tantissimi eventi esaltanti, di rivivere le grandi delusioni e le tragedie che hanno lasciato un segno nell’animo di coloro che li hanno vissute, momenti importanti che ci restituiscono la memoria di un uomo. Beat Schenker, ad esempio, propone le sue peripezie di meccanico tuttofare e i suoi ricordi conditi con dettagli tecnici accurati e precisi mentre Giorgio Keller ha intervistato alcuni piloti che corsero con Silvio e raccolto le testimonianze di avversari e di compagni d’avventure

Preceduto da aneddoti sul bambino che voleva divenire pilota da corsa, questo libro era stato iniziato nel giugno del 1974, a un mese dalla morte di Silvio Moser, con pubblicazioni settimanali di Gian Paolo Foletti e Piergiorgio Morandi sul settimanale Eco dello Sport. Per motivi che ad oggi nessuno ricorda più, la pubblicazione s’interruppe dopo le puntate dedicate alla Temporada Argentina del 1964 che Pessina scrisse per raccontare il vittorioso esordio internazionale di Silvio. Ecco che allora puntualmente questo volume riprende tutti questi articoli che illustrano i primi anni di corse, completandoli con inserti di protagonisti di quell’epoca. Un capitolo è riservato alla storia della Bellasi F1 raccontata dal suo costruttore Guglielmo Bellasi e dal fido meccanico Beat Schenker che la realizzarono, con ricordi di Dedo Tanzi che assistette alla nascita del progetto e di Aldo Pessina che ne gestì la breve e impari apparizione nell’olimpo delle corse automobilistiche. Concludono il libro un settore con le schede tecniche delle macchine da corsa più importanti guidate da Silvio che Schenker ha raccolto con perizia, conducendo pazientemente un’accurata ricerca storica, ed un glossario che aiuta a conoscere i personaggi di quel tempo citati nei diversi racconti. La presentazione del libro sarà accompagnata da un’esposizione delle vetture con le quali Silvio Moser corse:

Bellasi F1 prima F1 svizzera, del 1970
• Brabham BT24 – F1 del 1968
• Brabham BT36 – F2 del 1971
• Brabham BT15 – F3 del 1967
• Brabham BT 6 – FJ e poi F3 vincitrice Temporada Argentina del 1964
• Lotus 20 – FJ e poi F3 prima monoposto di Silvio Moser del 1962
• Alfa Romeo TZ 1964, Scuderia Martinelli Sonvico

La Mostra avrà luogo dal 21 al 28 di novembre presso gli spazi espositivi Lexus che Emil Frey Auto-Centro a Noranco ha gentilmente concesso per questa pregevole iniziativa. L’ingresso alla mostra è naturalmente gratuito e gli orari di visita saranno i seguenti: Lunedì – Venerdì 09.00 – 12.00 / 13.30 – 19:00 Sabato 09.00 – 19.00 Domenica 11.00 – 18.00