ANDREA PICCINI TRACCIA IL CONSUNTIVO DELLA STAGIONE: “IL 2011 ANNO DA INCORNICIARE!”
Il suo team, la Hexis Racing, si è ripreso il primo posto nell’ultimo appuntamento del Gt1 World Championship a San Luis, in Argentina, disputato il 6 novembre scorso: 235 punti contro i 232 della Jr Motorsports e i 231 della Young Driver. Nella classifica piloti, lui e il tedesco Christian Hohenadel su Aston Martin Dbr9, sono giunti terzi con 111 punti, preceduti da Lucas Luhr e Michael Krumm su Nissan (campioni iridati con 137) e da Darren Turner e Stefan Mucke (120), anch’essi su Aston Martin Dbr9. E’ stato un 2011 di successi per Andrea Piccini di Sansepolcro, 33 anni il prossimo 12 dicembre: il suo palmares si è arricchito quest’anno di un titolo mondiale a squadre nel Gt1 (ma c’è anche quello dei costruttori con l’Aston Martin) e di un titolo europeo, sempre a livello di scuderia, con l’Audi R8 e la Wrt, che ha dominato il Blancpain Endurance Series.
“Un bilancio più che positivo; anzi – esordisce Andrea Piccini – direi che la stagione è da incorniciare, se si considera che mai come stavolta il mondiale Gt1 è stato così competitivo a livello di piloti. Il terzo posto nella relativa classifica è quindi un ottimo risultato, anche se Hohenadel ed io siamo stati in lotta fino alla fine e dopo la vittoria al Sachsenring in maggio avevamo anche raggiunto la vetta della classifica. Il titolo iridato della Hexis è in ogni caso motivo di grande orgoglio. Per me personalmente, il 2011 è da considerare uno degli anni più belli assieme al 2006, quando le soddisfazioni sono state più individuali, con i secondi posti nella classifica piloti e nelle 24 Ore di Le Mans e Spa, sempre alla guida dell’Aston Martin e con il team Phoenix”.
Qualche rimpianto per l’iride individuale mancato, soprattutto dopo l’imprevisto di Golden Port?
“Sì, però anche Luhr e Krumm – con i quali mi complimento per la vittoria finale – hanno sbattuto nell’ultima gara e, a rotazione, ognuno di noi si è trovato davanti la “sorpresina” di turno. Gli errori sono d’altronde una componente che va messa nel conto e allora credo che sia sempre logico e giusto guardarsi intorno: tutti cerchiamo il meglio, ovviamente, ma alla luce di quanto si è visto posso dire che ha forse vinto la coppia più meritevole sulla vettura che in tutta onestà aveva qualche cosa in più, grazie anche al vantaggio del “balance of performance”, nonostante in qualche frangente siamo stati noi più competitivi di loro”.
Il titolo mondiale per team è allora la giusta gratifica all’organizzazione della Hexis Racing?
“Sì, senza ombra di dubbio. Abbiamo lavorato come se fossimo stati una grande famiglia, prima ancora che una scuderia. Una famiglia peraltro molto giovane, se si pensa che io e Hohenadel eravamo i più “anziani” del gruppo e che l’età media dei meccanici non supera i 25 anni.
La collaborazione fra noi piloti – la seconda coppia era composta da Clivio Piccione e Stefan Dusseldorp – è stata un altro grande “segreto”: abbiamo sempre condiviso dati e informazioni, per cui anche chi partiva più svantaggiato per mancanza di esperienza o per minore conoscenza del circuito è riuscito a far bene, grazie alle preziose informazioni ricevute. Sotto questo profilo, Piccione ed io abbiamo messo al servizio della squadra la nostra superiore esperienza. E poi, sui pit stop la Hexis è stata la “regina” in assoluto”.
Strano a volte il mondo: a fine gennaio, Andrea Piccini era ancora senza squadra, poi ha finito con il gareggiare più volte che in passato.
“Il 2011 è stato l’anno più intenso di attività: 22 gare e due titoli, uno mondiale e uno europeo per team, nelle due più prestigiose categorie della Gran Turismo. Mettiamoci poi le 24 Ore del Nurburgring e di Spa al volante di due vetture Audi ufficiali: mi è mancata la partecipazione a quella di Le Mans, ma va bene così”.
E per il 2012?
“Vedremo! Con Hexis ho instaurato un ottimo rapporto e ho consolidato quello nato con Audi lo scorso anno.
Mi piacerebbe restare nel mondiale GT1 dove dopo tanti anni di ottimi risultati sarebbe veramente bello raggiungere quel titolo che mi manca.
Gli altri numeri sono infatti usciti tutti: 5° posto con la Maserati, il 4° con la Lister Storm, i due 3° con Ferrari e Aston Martin e il 2° ancora con l’Aston… ed ora il titolo squadre con la Hexis e sempre con l’Aston, auto che ho nel cuore perché ad essa sono legati i risultati più importanti”.
Il rimpianto più grosso?
“Il fatto che dopo 5 anni la mia amata Aston Martin Dbr9 se ne vada in pensione e che lo stesso Gt1 sia giunto al capolinea, nel senso che verrà sostituito con un campionato nuovo (ancora tutto da confermare) e con vetture di derivazione Gt3, che sono meno “animali di razza da domare”, ma che alla fine – pur con qualche emozione più contenuta – sono similari in fatto di competitività.
Dispiace quindi essere costretti a mettere da parte queste auto: anche se alcune di esse sono un po’ datate…guidarle è sempre un gran piacere!”.
Che il 2012 veda insieme Andrea Piccini e il fratello Giacomo? Un desiderio che entrambi (ma non soltanto loro!) vorrebbero veder esaudito.
Nel frattempo, Andrea volerà il prossimo mese in direzione dell’India: il 9 dicembre, infatti, al “Kingdom of Dreams” di Nuova Delhi è in programma il Prize Giving Gala Dinner del Fia Gt1, nel corso del quale il piloto biturgense riceverà i premi per il terzo posto individuale e per il trionfo di squadra. Sarà questo l’ultimo atto di una stagione per lui davvero indimenticabile.
Ufficio stampa
Claudio Roselli