LA 6^ RONDE VALTIBERINA PARLA STRANIERO: VITTORIA PER IL NEOZELANDESE PADDON
La quarta prova del Challenge Raceday Ronde Terra, a Sansepolcro (Arezzo), che ha riproposto dopo molti anni la “piesse” dell’Alpe di Poti, ha conosciuto un dominio del pilota della terra dei Maori, bravo ad interpretare una strada che ha imparato durante la gara stessa. Il resto del podio a Bresolin (Peugeot 206 WRC) e Hoebling (Citroen Xsara WRC). Successo straniero, alla 6^ Ronde Valtiberina, penultima prova del Challenge Raceday Ronde Terra, organizzata da PRS Group e Valtiberina Motorsport, svoltasi oggi con quattro passaggi sulla celebre Prova Speciale “Alpe di Poti”, per l’occasione rispolverata dopo oltre un decennio di pausa dalle gare di alto livello.
La gara era annunciata come una sfida “mondiale” per via dei diversi motivi di respiro internazionale che proponeva alla vigilia ed uno di questi, il 24enne neozelandese Hyden Paddon, l’ha onorata al meglio vincendola, in quello che è stato il suo debutto in Italia. Affiancato dall’esperta Fabrizia Pons (la prima e per adesso unica donna italiana a vincere una prova di Mondiale Rally, il “Sanremo” del 1981) ed alla guida della Mitsubishi Lancer Evolution Gruppo N della trevigiana HRT, il Campione del Mondo in carica del “produzione” (il “mondiale delle vetture derivate dalla serie) ha fatto sfoggia di una classe cristallina interpretando al meglio le insidie della “piesse” con cui aveva preso confidenza soltanto con le ricognizioni di ieri.
Un attacco deciso sul primo passaggio della prova ed un secondo ancora più incisivo hanno portato Paddon al comando con un buon margine sulla concorrenza, per poi vederselo ridurre dopo il terzo appuntamento per via di problemi all’elettronica del motore. Con la quarta ed ultima prova il ragazzo della terra dei Maori si è esibito in una prestazione d’effetto mettendo così la sua firma sull’albo d’oro della competizione, dando ad essa un tocco di internazionalità, peraltro mettendo in riga alcune vetture World Rally Car più potenti della sua Gruppo N.
“Sono felicissimo – ha commentato Paddon all’arrivo – questa era la mia prima gara in Italia e l’ho vinta con una gioia certamente particolare. Mi avevano detto che avete prove speciali bellissime, da alta scuola e quella corsa oggi – che non sapevo fosse stata nel mondiale tanto tempo fa – ne è stata l’immediata conferma. L’ho vista soltanto ieri, sono entrato subito in sintonia con le sue caratteristiche. E’ stata una bella gara, una ottima organizzazione e sicuramente una buona scuola per me, grazie anche alla mia copilota, semplicemente eccezionale. Grazie anche alla squadra HRT, con cui ho subito legato e che mi ha messo a disposizione una vettura performante”.
Sotto la bandiera a scacchi, posta a Porta Fiorentina in Sansepolcro, Paddon ha staccato il giovane bassanese Edoardo Bresolin (Peugeot 206 WRC) di 20”8 mentre terzo è giunto il veronese Luca Hoebling (Citroen Xsara WRC), a 24”3. Bresolin per tutta la gara ha avuto da recriminare problemi al cambio che lo hanno evidentemente limitato nella prestazione mentre Hoebling ha corso una gara in progressione cercando soprattutto di trovare il miglior feeling con la vettura francese del doppio Chevron.
Ai piedi del podio, in quarta posizione il sardo naturalizzato toscano Gavino Carta, con una Subaru Impreza N14, il quale ha saputo emergere con forza da una spettacolare quanto accesa bagarre che ha caratterizzato il gruppo N. Quinta posizione per il romagnolo Bruno Bentivogli, alla guida della più anziana Subaru Impreza del lotto mentre sesto è giunto il senese di Montalcino Valter Pierangioli, alla guida di una Mitsubishi Lancer EVO IX. Per lui un avvio sofferto per essere stato rallentato dal concorrente che lo precedeva durante appunto la prima delle quattro prove disputate, problema cui ha poi ovviato con una concreta rimonta.
Bella la gara dell’altro motivo “mondiale” della Ronde Valtiberina, il centauro sammarinese Alex De Angelis, quarto piazzato nel 2011 nella categoria Moto2 del motomondiale. De Angelis ha avuto a disposizione una Abarth Grande Punto S2000, con la quale era al debutto, finendo decimo assoluto, anche lui con una notevole progressione.
Tra le due ruote motrici nuova bella prestazione da parte del giovane piacentino Andrea Carella, con una Renault Clio R3: ha proseguito il suo apprendistato sulle strade bianche in vista del Campionato Italiano confermando l’ottimo livello tecnico raggiunto riuscendo ad avere ragione di numerosi esperti delle gare sterrate italiane.
La gara, come prevedibile, è stata seguita da un pubblico numeroso, certamente attratta dal plateau di partecipanti ma anche dal fatto che è stata riproposta una prova speciale che fa parte della storia della specialità. Con questi due argomenti la sesta edizione della Ronde Valtiberina è andata in archivio gratificando in pieno gli sforzi organizzativi fatti.
IL SOSTEGNO ALLA FONDAZIONE MEYER
Lo sport dei rallies a sostegno della Fondazione Meyer. Uno dei valori aggiunti della gara aretina è stato questo, mediante una raccolta di fondi da destinare quindi all’Azienda Ospedaliera Meyer di Firenze, una delle eccellenze italiane in campo medico pediatrico conosciuta in tutto il mondo. Perfettamente integrata con le scelte programmatiche dell’Ospedale, la Fondazione rappresenta un aiuto e un sostegno per la realizzazione di tutte quelle azioni che danno “valore aggiunto” all’attività di quello che viene affettuosamente chiamato “l’Ospedale dei bambini“, rendendolo sempre più qualificato sotto il profilo tecnico-scientifico e sempre più apprezzato e caro all’opinione pubblica.
La 6^ Ronde Valtiberina, con orgoglio da parte degli organizzatori e del locale gruppo di volontari amici del Meyer è stato dunque ancora partner della Fondazione stessa: nei due giorni di gara ha cercato di raccogliere quanti più fondi possibili con l’offerta libera nei punti di raccolta ubicati alle verifiche pre-gara, alla partenza, presso il parco assistenza ed all’arrivo della gara.
FOTO free press: Paddon in azione (Photo Zini)
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