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L’impegno dei freni delle Formula 1 sul Marina Bay Street Circuit ai raggi X
Dal 16 al 18 settembre il Marina Bay Street Circuit ospita il 15°appuntamento del Mondiale 2016 di Formula 1. Teatro nel 2008 del primo GP di Formula 1 in notturna, il Marina Bay Street Circuit è rimasto fedele all’ambientazione con le luci artificiali. Progettata dall’architetto Hermann Tilke intorno a Marina Bay, la pista ha subito una prima modifica nel 2012 e una seconda un anno fa. Il ritmo serrato e la mancanza di adeguati spazi per il raffreddamento (il rettilineo più lungo misura solo 832 metri) ne fanno uno dei circuiti più duri per gli impianti frenanti. L’usura del materiale d’attrito rappresenta uno dei canali da tenere costantemente monitorato in telemetria, durante ogni giro. Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 21 piste del Mondiale usando una scala da 1 a 10, il circuito stradale di Marina Bay rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. La pista di Singapore si è meritata un indice di difficoltà di 9, identico al valore ottenuto dai circuiti del GP Messico e del GP Bahrein. L’impegno dei freni durante il GP Le 22 curve del tracciato richiedono l’impiego dei freni in 13 occasioni per giro e di conseguenza la percentuale di tempo impiegato in frenata è addirittura il 24 % della durata complessiva della gara. Elevata è anche l’energia dissipata in frenata: ben 144 kWh, equivalenti al consumo di energia elettrica durante il GP di 85 abitanti di Singapore. L’estrema tortuosità del tracciato impedisce alle monoposto di raggiungere grandi velocità e ciò spiega una decelerazione media di 3,3 g: due settimane fa, in occasione del GP disputato sulla velocissima pista di Monza, il valore era di 4,3 g. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale di 81 tonnellate, equivalenti al peso di 820 slot machine. Le frenate più impegnative Delle 13 frenate del Marina Bay Street Circuit 2 sono classificate dai tecnici Brembo come impegnative per i freni, 5 sono di media difficoltà e le altre 6 sono light. La più impegnativa in assoluto è la curva Memorial (curva 7, il nome deriva dalla vicinanza al monumento che ricorda le vittime della Seconda Guerra Mondiale): le monoposto passano da 329 a 100 km/h in soli 1,42 secondi in cui percorrono 100 metri, equivalenti a 333 durioni (durians in inglese), i frutti tipici di questo Paese, messi uno in fila all’altro. In questo punto i piloti sono soggetti ad una decelerazione di 5,1g. Significativo è anche lo sforzo per i piloti (4,9 g) e per l’impianto frenante alla curva Sheares (curva 1): la velocità delle auto crolla in 1,22 secondi da 321 a 128 km/h, grazie ad un carico di 151 kg sul pedale del freno. Tra le curve mediamente impegnative va ricordata la numero 14, perché la decelerazione supera i 200 km/h: da 293 a 79 km/h in 121 metri e 1,41 secondi. La curva più lenta è invece la 8, impostata a 70 km/h dopo una frenata di 92 metri con un carico di 85 kg sul pedale del freno. Invece, la frenata più corta si registra alla curva 3: 56 metri (da 142 a 85 km/h), cioè esattamente un quinto dell’altezza dei grattacieli più alti di Singapore.

Vittorie Brembo Le monoposto con freni Brembo hanno vinto 6 delle 8 edizioni del GP di Singapore. Metà di questi successi li ha conquistati la Red Bull, tutti con Sebastian Vettel che è riuscito a vincere anche un anno fa con la Ferrari. Da allora la Casa di Maranello non ha però più vinto.