Racconto semi-serio dal sedile di destra al Prealpi Orobiche – di Matteo Ferrari
Un’altra data da segnare in rosso sul mio calendario personale, perché coincide con il quinto Rally della mia vita, ovviamente in veste di copilota al fianco dell’encomiabile Umberto Cantù.
Un’esperienza completamente nuova per il sottoscritto che
per la prima volta corre al Rally delle Prealpi Orobiche, una gara prestigiosa, con una lunga storia alle spalle e che nel suo albo d’oro può vantare alcuni dei più grandi nomi dei Rally italiani.
Una gara impegnativa che ritorna dopo un paio d’anni di assenza, con tre tratti cronometrati molto diversi fra loro, ciascuno da ripetere per due volte: la prova di Selvino, uguale a quella della Ronde Città dei Mille (gara a cui abbiamo già partecipato due volte), praticamente una cronoscalata che alterna tornanti a tratti veloci, ma leggermente allungata, con gli ultimi chilometri che si snodano in un sali-scendi strettissimo e molto sporco; la prova di Ambriola, difficile ma bellissima per me, che alterna tratti larghi e veloci a strettoie e curve lente; e infine la prova di Zambla, una discesa tutta curve dove il margine di errore è molto ridotto.
Nuova la gara, nuova anche la macchina: in questo Rally le storiche non sono ammesse e quindi il mio pilota è costretto a lasciare a riposo la tanto amata Fiat Ritmo Abarth ma, come si suol dire “Dove si chiude una porta, si apre un portone”… il portone in questione è quello dell’officina VassenaCar, che ci consente di affrontare la gara noleggiando una Peugeot 106 gruppo N soprannominata “la principessa del team”; un titolo nobiliare tutt’altro che casuale, dato che si tratta di un’auto curata egregiamente in ogni minimo dettaglio dal motore, al cambio, all’assetto.
Il nostro obiettivo è solo quello di divertirci senza mettere a rischio nulla della magnifica vettura che ci è stata affidata e di goderci la gara, e riusciamo nel nostro intento, con Umberto Cantù che chilometro dopo chilometro prende confidenza con una macchina ben diversa da quelle a cui è abituato ed il sottoscritto che accumula esperienza e riesce pian piano a ridurre il numero degli errori in un ruolo, quello del navigatore, che non va assolutamente preso sotto gamba (come, forse, mi era capitato nelle gare precedenti).
Al termine di sei tratti cronometrati da affrontare tutti d’un fiato (una sola pausa con un riordino e un parco assistenza a metà gara) raggiungiamo l’arrivo posto davanti al municipio di Albino, in una splendida cornice di pubblico che affolla il centro della località della Val Seriana nel pomeriggio di una domenica in cui anche il meteo ci ha sorriso, con un bel sole che ci ha accompagnato dal primo all’ultimo metro di gara.
Un’esperienza eccellente, per la quale devo ringraziare in particolare colui che mi consente sempre di vivere queste emozioni in prima persona, cioè il mio pilota Umberto Cantù che riesce ogni volta a trovare nuovi stimoli per affrontare manifestazioni motoristiche di vario genere, da vero Appassionato quale è. Ovviamente i miei più sinceri ringraziamenti vanno anche alla VassenaCar, più che un team una grande famiglia che ci ha messo a disposizione una macchina perfetta e a tutti coloro che sotto la guida di Roberto Morini hanno curato la piccola principessa.
Ringrazio di cuore la mia famiglia, con mio padre onnipresente su e giù per le strade della Val Seriana armato di videocamera e macchina fotografica, meglio di un inviato di Sky Sport.
Ringrazio tutti coloro che ci hanno sostenuto, o per strada o con un semplice messaggio via Whatsapp o via Facebook e un ringraziamento speciale a Gianandrea Maconi e a tutta la sua famiglia per i video che ci hanno fatto e per averci consentito addirittura di rilasciare un’intervista per Bergamo TV (nella quale il sottoscritto si è pure sforzato di apparire come un vero Navigatore!).
Sapendo che, come dico sempre, in questo mondo entrano in gioco molte variabili (soprattutto economiche) e quindi ogni gara può essere l’ultima, concludo dando appuntamento (incrociando le dita) alla prossima gara!