Alla scoperta del percorso del 40° Rally Appennino Reggiano

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Gianni Cerioli svela le caratteristiche delle prove speciali che caratterizzeranno la prima prova della International Rally Cup, riportando alla luce curiosi (e gustosi) episodi degli anni ruggenti. Ecco dove seguire la gara, gli orari dei passaggi cronometrati e delle chiusure delle strade.

“Quello della quarantesima edizione dell’Appennino Reggiano sarà un percorso davvero internazionale, e non mi riferisco solo alla lunghezza: chi vorrà svettare, dovrà confrontarsi non solo con gli avversari, ma anche con prove speciali complete e selettive”. Parola di Gianni Cerioli. E se lo dice lui, uno dei piloti più celebri e vincenti del panorama reggiano, c’è da fidarsi. Il 59enne di Montecavolo, la gara di casa la conosce bene, avendola disputata svariate volte, sin dai primi anni Ottanta. A lui, ora tra le colonne di quel Grassano Rally Team che ha rilanciato l’Appennino Reggiano nel 2016, il compito di guidarci attraverso le quattro prove speciali che caratterizzeranno la corsa che aprirà la International Rally Cup il 6 e 7 aprile prossimi.

“Le prove prescelte sono per lo più quelle già viste lo scorso anno, con qualche aggiornamento per portare la distanza (ora pari a 432 km, 144 dei quali cronometrati) negli standard del campionato nel quale l’Appennino Reggiano è entrato a far parte – inizia ad entrare nel dettaglio Cerioli, nella foto di Dino Benassi -. Gli equipaggi troveranno un po’ di tutto le caratteristiche, ci sarà spazio sia per scatenare i cavalli della macchine, sia per esaltare il talento dei piloti; inoltre, queste quattro prove costituiscono un’azzeccata sintesi storica delle strade proposte nelle edizioni passate. Sarà un rally ‘di carattere’, dalla forte impronta reggiana, per via di strade strette e dal fondo mosso e sconnesso. Le due prove in notturna, il sabato sera, aggiungeranno un’altra variabile alla sfida”.

Prova ‘San Polo’ – lunghezza 7,85 km

Partenza prima vettura ore 16.23 e 20.08 di sabato 6 aprile.

Strade chiuse dalle 15 alle 23.30 di sabato 6 aprile.

“Frazione completa ma nella quale il motore ha un ruolo decisivo, vista l’ampia presenza di tratti in salita. Si parte appena fuori dal centro di San Polo per salire subito in una sequenza di tornanti e brevi allunghi, poi si affronta un veloce falsopiano che porta a Borsea, dove i concorrenti affrontano il celebre bivio. Da qui, si scende ai piedi dei celebri tornanti di Grassano, da percorrere in salita. Si attraversa l’abitato di Grassano per un ultimo tratto impegnativo, in leggera discesa, che conduce ai piedi del Castello di Canossa, dov’è situato il fine prova. Per il pubblico, sono consigliati il bivio di Borsea ed i tornanti di Grassano. A proposito dei tornanti che portano a Grassano, ricordo soprattutto le migliaia di persone che affollavano la collinetta negli anni d’oro: era davvero impressionante arrivare a gran velocità ai piedi di questo ‘muro umano’ e passare attraverso queste due ali fi folla…”.

Sabato mattina si terrà lo shake-down, ovvero le prove con auto da gara su strada ovviamente chiusa al traffico. I concorrenti sfrutteranno la parte iniziale delal prove di San Polo ma, al bivio di Borsea, anziché virare a destra proseguiranno dritto per arrivare sino a Sedignano, dov’è previsto lo stop.

Prova ‘La Strada’ – lunghezza 10,30 km

Partenza ore 17.03 e 20.48 di sabato 6 aprile.

Strade chiuse dalle 15.45 a mezzanotte di sabato 6 aprile.

“E’ la riproposizione di una frazione percorsa, in senso opposto, nel 2011. Prova molto difficile per i continui cambi di ritmo e le variazioni di carreggiata e tipologie di fondo. Qui, servirà una concentrazione assoluta per evitare cali di ritmo ed errori, che si pagano a caro prezzo. La partenza è su un falsopiano sconnesso, poi ad Ansagna si svolta sinistra per una discesa molto difficile sino a Canicchia; a questo punto, si ritorna a salire per un breve tratto per poi tuffarsi di nuovo in una discesa su ampia carreggiata. Dopo uno spettacolare bivio, la discesa prosegue per una porzione di prova ‘da pelo’, molto guidata, che introduce al bivio destro dal quale si va verso la località che dà il nome alla prova. A questo punto si torna a salire, su strada ampia e dal fondo molto buono, quindi nuovo cambio ritmo per un falsopiano stretto e lento. La parte finale, da Ca’ Mazzoni, è una discesa mozzafiato, sconnessa e con cambi di fondo, con alternanza di tratti veloci e tornanti. Al Bocco di Casina il fine prova. Questa prova, in parte, faceva parte della storica frazione di ‘Pantano’: su queste strade ho assistito al mio primo rally da spettatore e l’emozione che mi dà pensare a quei momenti è sempre fortissima…”.

Prova ‘Buvolo’ – lunghezza 14,7 km

Partenza ore 8.47, 12.23 e 15.59 di domenica 7 aprile.

Strade chiuse dalle 7.30 alle 19.30 di domenica 7 aprile.

Altra prova dai mille cambi di ritmo, capace di regalare ai concorrenti ed anche agli spettatori sensazioni uniche. Si parte in località Vogliato (appena fuori dall’abitato di Piagnolo) per un tratto stretto, con alternanza di leggera discesa e zone pianeggianti: un misto molto veloce e guidato. A Scalucchia la discesa si fa più ripida, mentre dal ponte sul Tassobbio s’inizia una salita che introduce ad un tratto veloce, sconnesso e con curve da raccordare bene. A Legoreccio c’è un suggestivo passaggio tra le abitazioni, poi s’inizia una discesa nel bosco stupenda, molto guidata, un’autentica gioia per chi è in macchina. Altra alternanza di salita e discesa nella zona centrale, verso Casalecchio e Castellaro, quindi i concorrenti affrontano una porzione di prova con allunghi inframezzati da curve lente, lunghe e cieche, che fanno perdere il ritmo. Ancora una salita medio veloce da ‘La Strada’ per poi scendere sino al celeberrimo bivio della ‘Collina dei Conigli’, a Rosano (la foto di Dino Benassi mostra un passaggio dell’edizione 2017). Poco dopo, il fine prova. Proprio l’anfiteatro naturale della Collina dei Conigli è il posto più consigliato dove assistere a questa frazione. Alla prova di Buvolo mi lega uno dei ricordi più bizzarri di sempre. In una delle ultime edizioni in notturna, credo nel ’96, mi fermo per un guasto alla Fiat Tipo 2000 in zona Castellaro. Nel buio, si sente un gran vociare e siamo attratti da un profumo di carne alla brace. Risaliamo, trovando gente che mangia e canta, accompagnata da una chitarra. Avvicinandoci, restiamo sbalorditi quando vediamo che a banchettare in allegria tra gli spettatori c’è anche il mitico Alex Fiorio con il suo navigatore. Come sia arrivato sino a lì, visto che si era ritirato sui tornanti di Grassano, resta un mistero…”.

Prova ‘Trinità’ – lunghezza 21,2 km

Partenza ore 9.34, 13.10 e 16.46 di domenica 7 aprile.

Strade chiuse dalle 8.15 alle 20.15 di domenica 7 aprile.

“Qui si corre sin dagli albori del rally, e la prova è stata proposta con diverse varianti. Quella di quest’anno è una versione inedita e dalla lunghezza record. Trinità è molto tecnica, costellata da cambi di ritmo ed altimetria, e scorre su una carreggiata stretta e mossa: una sfida dura per equipaggi ed auto. Partenza dal bivio di Ottosalici con subito qualche curva cieca, dopo 1,5 km si entra in un tratto veloce rallentato da un paio di chicane; altro cambio drastico di ritmo con una salita che porta fuori dal bosco, fino ad arrivare a Villaberza. Questo è un tratto molto spettacolare, con il dosso ed il passaggio nell’abitato che meritano di essere visti dal vivo. Altro tratto con saliscendi sino al bivio di Zuccognago per ripartire in una salita molto tecnica che arriva al dosso di Predolo. Qui siamo a metà prova e la parte più selettiva arriva ora: conta l’affiatamento dell’equipaggio, avere note giuste. Da Predolo sino alla fine della discesa, nel bosco è un susseguirsi di curve interminabile, che richiede gran ritmo. Questo è un tratto eccezionale, uno dei più impegnativi non solo di questa gara. Emozionante il passaggio ad alta velocità nell’abitato di Gombio, unico tratto di ‘tregua’ nella sequenza incessante di curve. Si passa sul ponto del torrente Tassobbio (dove finisce la prova del rally Nazionale) per riprendere salire sino a Trinità, in un tratto insidioso da non prendere sotto gamba. La parte finale è una discesa veloce sino ad Ariolo, quindi un ultimo bivio porta alla breve salita che conduce al fine prova di Pianzo. I punti più consigliati sono i bivi di Villaberza e Zuccognago e l’abitato di Gombio. Tanti i ricordi legati a questa prova. Nel 1987, qui, si decise il rally con il testacoda dei modenesi Borghi nel tentativo di tenere testa allo scatenato Maioli (tutti e due sulla mitica Lancia 037). A livello personale, ricordo invece l’edizione 1991. Ultima prova della gara, all’alba. Ci giochiamo il successo di classe N2000 con Zanelli-Dallari dopo un duello furibondo durato tutta la notte. A Soraggio tocco, rompo un braccetto della mia Opel Kadett GSI e mi ritiro. Passa Zanelli, mi vede, rallenta e fa un gesto di disappunto, come dire ‘Non ci voleva, dovevamo giocarcela sino in fondo’. Dopo poche centinaia di metri, però, cede il cambio e pure la sua Peugeot 205 lo appieda. Così, ci ritroviamo fianco a fianco a vedere gli altri sfilare verso il traguardo ed a consolarci a vicenda per la vittoria sfumata”.

IL RALLY ONLINE

Tutte le informazioni sulla 40° edizione del Rally Appennino Reggiano sono disponibili sul sito www.grassanorallyteam.it (dove è già reperibile la completissima ‘Guida Rally’, documento di grande utilità per concorrenti e spettatori) e sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/rallyappenninoreggiano/.

Foto di Dino Benassi