DAVIDE NICELLI SI RACCONTA DALLA PISTA AI RALLY

Poniamo una domanda al pilota Davide Nicelli …..

-L’esperienza di una giovane promessa parliamo di Davide Nicelli che ci spiega le differenze che ha trovato correndo in pista in passato e oggi nei rally

Forse oggi la mia esperienza maggiore è ancora in pista rispetto a quello che sono i rally perchè oltre a correrci in monoposto precisamente in f3 da giovanissimo ho corso anche in kart, per quello che ho visto in questi anni e oggi da rallysta posso dire che in entrambi i mondi , parliamo di motori, e di un volante , posso dire che ho trovato o meglio, sto trovando alcune cose uguali ma anche tante molto diverse .
In pista personalmente ho trovato un buon ambiente più privato perchè comunque hai poco a che fare con i tuoi avversari perchè passi parecchio tempo nel box con il tuo ingegnere , poi scendi in pista e fai il tuo, anche con il pubblico o i tuoi fans hai poco a che fare perchè a volte in certe gare hanno poca possibilità di avvicinarsi alle vetture e nello stesso tempo a noi piloti , certo il fascino di vedere il paddock con i bilici e gli hospitality che i vari team avevano, compreso il mio, era davvero emozionante , parliamo di gare e campionati di primo valore con piloti e macchine davvero di alto livello , parlando di guida in pista arrivare al limite e a quel famoso decimo è molto difficile , le velocità toccate sono impressionanti ma con il F3 che usavo io era ancora più impressionante ,con l’aerodinamica che aveva si facevano percorrenze e frenate pazzesche che solo una F1 , F2 o le monoposto di ultima generazione possono fare . Poi, sicuramente non ti resta che con il tuo ingegnere e il computer “violentarti” a trovare il limite in quella pista . Una cosa che nei rally non si avrà mai che in pista è forse la cosa per me più bella da quando io correvo è la bagare con i tuoi avversari a darsi sportellate questo accadeva già nei kart.
I rally li vedo come una disciplina di tutti i giorni perchè comunque si corre su strade che tutti i giorni noi percorriamo quotidianamente , se non andavi in autodromo non giravi , poi quello che ho apprezzato molto è il calore , il tifo, la passione che il pubblico e i fans ha nei confronti delle macchine e nel vedere noi equipaggi , e lo stesso provo un emozione forte vederli loro, poterli far divertire , bellissimo è poter passare in prova o nei trasferimenti , in paesini o ambienti stupendi che l’Italia e non solo offrono , anche il rapporto con i tuoi avversari è più aperto . Nei rally posso dire che oggi ci va anche preparazione , non inventi più niente deve essere sempre tutto al top per fare bene , certo che in situazioni più impegnative un pilota con più esperienza e magari con più istinto , decisione e talento può avere una marcia in più , forse più nei rally di una volta ma anche oggi secondo me . Alla fine però in entrambe le discipline, per stare davanti devi accelerare sempre di più dei tuoi avversari . Io sono felice della mia scelta , la pista la porterò sempre nel cuore perchè ci ho corso per tanti anni , mi sono tolto anche delle soddisfazioni e ho imparato tante cose ,ma oggi mi sento un rallysta a tutti gli effetti forse lo sono perchè mio padre lo era , poi quando avevo 4/5 anni giravo già su dei sedili dietro a volanti delle Megane che il team di mio padre Husky aveva .Quest’anno mi sto mettendo ancora una volta in gioco nel Cir nel trofeo Peugeot e nel due ruote motrici, un trofeo tra i più importanti d’ Italia con piloti tutti giovani e veloci , per ora stiamo facendo bene ma la strada è lunga e dura , bisogna continuare a lavorare con sacrificio e umiltà se vorremmo dire la nostra e provare a conquistarlo, spero che questo ambiente dei rally sia il mio abitat anche in futuro e perchè non sognare e sperare magari un giorno, di farne una professione .
Io ho dato, sto dando e darò sempre il massimo .

Grazie dell’intervista,è stato un grande piacere.