Le Audi RS5 Supertars devono affrontare venti contrari all’autodromo del Mugello

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Johan Kristoffersson riesce a mantenere la presa sul primato in campionato, mentre sia Gianni Morbidelli sia Thomas Schoeffler hanno una trasferta molto povere di punti. Nelle giornate precedenti alle due corse toscane il Bureau Permanente della Superstars era intervenuto in modo consistente sulle caratteristiche delle tre RS5 iscritte, visto che dopo le quattro vittoriose gare consecutive tutte le Audi dovevano aumentare il loro peso minimo di 100 chili (senza considerare la zavorra dovuta ai risultati) ed inoltre applicare una brida ai motori V8. Ciò nonostante, sebbene le vetture costruite da Audi Sport Italia avessero avuto problemi il sabato a ripetere quelle performance che avevano sfoggiato ad Imola e Donington non è stata né la velocità di punta mediocre (dovuta al restrittore) né le difficoltà di assetto (dovute alla nuova… dieta) a rovinare la domenica della maggioranza dei piloti Audi la domenica, ma piuttosto incidenti, rispettivamente in Gara 1 e 2 per Gianni Morbidelli e Thomas Schoeffler.
Fortunatamente per la campagna Superstars dei quattro anelli il solo pilota RS5 che è riuscito ad uscire pressoché indenne dal meeting del Mugello è stato johan Kristofferson: in un weekend pieno di episodi di ogni genere un quarto ed un settimo posto sono bastati a garantire all’esordiente di Arvika non solo di mantenere la testa del campionato ma anche di estendere il margine, sull’autore della pole position Thomas Biagi, di un punto.

Gara 1 sì è aperta con un prologo drammatico, dato che l’eroe locale si è trasformato in protagonista negativo quando ha scatenato una mischia con cinque auto alla prima curva. Morbidelli che partendo in terza fila sul rettilineo principale non aveva potuto sottrarsi alla “zona calda”, si è trovato senza un posto dove sfuggire al caos ed è finito sulla BMW M3 di Bettini. Poiché la RS5 coi colori Camozzi è stata anche speronata da dietro dalla Jaguar del rookie Andrea Boffo Jaguar, il danno è stato tale che il pesarese ha dovuto perdersi anche la corsa del pomeriggio. Se la jella della curva San Donato ha fatto scendere nella classifica principale del Campionato Internazionale dal quarto al sesto posto (entrambi i vincitori del Mugello Andrea Larini e Francesco Sini lo hanno superato) ha anche quasi escluso dai giochi Morbidelli per la lotta del campionato “minore” il titolo italiano, che al contrario della serie Internatzonale è fatta da dieci sole corse e con quattro alla fine.

Gara 1 è rimasta in mano alla safety car nei quattro giri iniziali mentre le auto danneggiate venivano rimosse. Quando le bandiere verdi sono state sventolate Andrea Larini e Johnny Herbert hanno dato vita ad una splendida lotta per aggiudicarsi la prima vittoria della stagione, finendo nell’ordine. Nel frattempo Kristoffersson (qualificatosi settimo con la RS5 KMS) era protagonista di una sfida durata fino alla fine con la BMW di Stefano Gabellini. Mentre l’accoppiata duellava scavalcava anche l’ex-pilota di F.1 Vitantonio Liuzzi, la cui AMG C63 chiudeva quinta alle spalle dell’Audi (che mancava il podio di appena 0″794).
Nemmeno la Audi seguita dalla MTM Motorsport sentiva la mancanza di battaglia a breve distanza: Thomas Schoeffler, partito in P15, era destinato a passare la maggior parte della propria mattina sul difficile tracciato toscano incollato al paraurti della Maserati di Mauro Cesari. I due erano la coda di un serpentone di sette vetture, scatenato dal periodo di safety car che li aveva compattati. Il diciottenne tedesco concludeva undicesimo, non riuscendo a marcare punti per solo sette decimi di secondo, quasi lo stesso distacco del suo collega svedese Kristoffersson da chi lo aveva preceduto.

Alla gara del pomeriggio mancava (a parte la RS5 di Morbidelli) un giallo analogo a quello di Gara 1. La griglia invertita lanciava in testa l’indonesiano Ananda Mikola, che poi cedeva il primato prima al futuro vincitore Sini e poi anche alle due BMW di Stefano Gabellini e Biagi. Le Audi “nuova versione” faticavano all’inizio a contenere la carica delle rivali più potenti o più agili, o entrambe le cose. Kristoffersson cercava di respingere le Maserati all’inizio ma senza successo finendo in un “mucchio selvaggio” di sei auto. La maggior parte del tempo la doveva passare cercando di respingere gli attacchi di Paolo Meloni, approfittando della buona percorrenza in curva dell’integrale di Ingolstadt e alla fine il rookie svedese prevaleva di misura sul pilota sammarinese della BMW per la P7.
L’altra iscrizione Audi, la RS5 MTM Motorsport, si dava da fare per entrare nella Top10. Mentre per Morbidelli le cattive notizie erano arrivate subito, quelle per Schoeffler lo hanno fatto attendere la fine della giornata: oltre a lottare col sovrasterzo il giovane tedesco si è trovato bloccato alle spalle della C63 AMG di Nico Caldarola e non è bastato a Schoeffler migliorare continuamente il suo miglior giro, poiché la potenza di Caldarola ha reso un’impresa superare l’ex-rallista. Poi al dodicesimo giro l’italiano oltre a fare da tappo ha deciso di frenare alla Esse davanti al tedesco, che ha toccato il paraurti posteriore della Mercedes. Un sensore del motore nel contatto si è guastato, costringendo Schoeffler a fermarsi in anticipo. Ne è seguita una discussione fuori dai denti tra i due, ma i Commissari Sportivi non hanno ritenuto la collisione degna di ulteriori provvedimenti e la giornata è finita con un feeling amaro e niente punti per il giovane rookie di Singen.