56° RALLY VALLI OSSOLANE: MASSIMO CANELLA INTRODUCE L’EDIZIONE 2020
Vincitore di ben 5 edizioni, il pilota pavese racconta aneddoti, caratteristiche e insidie di una delle gare più amate del Nord Italia soffermandosi sulla Ps Crodo-Mozzio.
Il 56° Rally Valli Ossolane è ormai imminente: la terza data individuata dagli organizzatori della New Turbomark dopo il doppio rinvio, pare essere quella buona e le iscrizioni sono già salite ad un buon numero; il quartier generale è in fase di allestimento in quel di Malesco e le prove speciali sono già definite con Crodo e Cannobina che insieme con le loro ripetizioni, arriveranno a 62 chilometri totali. Cosa aspettarsi da un’edizione “fuori stagione”? come affrontare le due speciali?
Il pentacampione – Abbiamo voluto farci raccontare questa edizione da Massimo Canella, un profondo conoscitore della corsa: ovviamente non si parla di pronostici ma si guarda, carta alla mano, come dovrà o potrà essere letta la “numero 56” del Valli Ossolane.
Massimo Canella vive a Robbio un paese tra le province di Pavia, Vercelli e Novara, dove le montagne si vedono solo con il binocolo così come le curve che, rare, interrompono tratti di rettilinei interminabili immersi nella pianura padana. Come sia nato il suo feeling con il Rally Valli Ossolane lo racconta lui stesso attraverso un paio di aneddoti: “ero bambino quando mio padre mi portava a vedere questa gara; il mio primo rally lo feci sulle strade a me più vicine ossia nell’Oltrepò Pavese ma il mio navigatore Silvio “il conte” Gria insisteva sul farmi disputare le speciali dell’Ossola perché a suo dire mi sarebbero piaciute: niente di più vere: mi sono entrate nel cuore!”
Inizia con questo preambolo il focus di Massimo Canella che di Valli se n’è aggiudicati ben cinque con quattro vetture differenti: nel 2001 su Peugeot 306 Kit, nel 2002 con la Subaru Impreza (anno in cui vi era la “doppia classifica a causa del Campionato Svizzero), nel 2004 e 2007 con la Renault Clio S1600 e nel 2008 con la Peugeot 207 S2000. “Credo che l’edizione alle porte non vada sottovalutata intanto perché… il Valli è sempre il Valli e poi perché sarebbe un errore madornale prendere sottogamba le prove di queste zone; non saranno tanti i chilometri da percorrere ma proprio per questo ogni piccolo errore ed ogni dettaglio potranno fare la differenza in negativo o in positivo.”
La Crodo –Mozzio – “Tra Crodo e Cannobina vedo quest’ultima come quella più lunga e sicuramente difficile da interpretare ma anche quella che mentalmente occupa più spazio nei pensieri dei concorrenti; è proprio per questo che indico nella speciale di Crodo- Mozzio il tratto che potrà fare la differenza: in pochi focalizzeranno le attenzioni e l’importanza in quella “piesse” che verrà percorsa due volte e che conta il chilometraggio più ridotto; sembra una banalità ma i primi tornanti della Crodo con le gomme fredde possono davvero giocare brutti scherzi e se qualcuno pensasse che il resto della prova possa essere banale lo invito a riflettere sulla parte in discesa verso la fine: osare lì significa fare la differenza”
Infine, spazio ad un ricordo: “Delle mie vittorie, quella più emozionante è sicuramente quella del 2001 quando gareggiai sulla Peugeot 306 Maxi: c’era cattivo tempo e Crodo era l’ultima prova sulla quale ci si giocava la vittoria. Ebbene, riuscimmo a staccare un tempo pazzesco che ci permise di conquistare il tanto agognato successo davanti alle turbo e alle 4×4. Ripetibile oggi? Non saprei ma allo stato attuale battere le R5 è impensabile perché il gap tra le due ruote motrici e le turbo-integrali è troppo elevato. Non sottovaluterei però il fatto che ci saranno condizioni differenti dal solito ed il clima dicembrino potrà regalare sorprese metereologiche in grado di rimescolare non poco le carte; inoltre il buio dell’ultima o delle due ultime prove speciali potrà essere un elemento determinante!”
Il 56° Valli Ossolane partirà da Domodossola alle 8.01 di domenica 13 dicembre e si concluderà a Malesco alle 19.23 dello stesso giorno. Verranno effettuati due passaggi sulla Crodo-Mozzio (9.50 km) e tre sulla Cannobina (14,40 km).