RALLY DI ALBA: LA VITTORIA PARLA DI NUOVO STRANIERO CON GRYAZIN-ALEKSANDROV (SKODA FABIA)
Il Rally di Alba, per la terza volta ha visto firmare il proprio albo d’oro da un pilota straniero. Dopo il pluri-iridato Sebastien Loeb nel 2019 e Craig Breen nel 2020, l’edizione numero sedici della competizione organizzata da Cinzano Rally Team, che ha esordito nel Campionato Italiano Assoluto Rally-Sparco, è stata vinta dal 25enne Nikolay Gryazin in coppia con Konstantin Aleksandrov, su una Skoda Fabia Rally2.
L’Italia sta portando bene, al giovane, che neppure un mese fa ha siglato il suo successo nella WRC-2 al Rally d’Italia-Sardegna ed attualmente è secondo di categoria del torneo iridato.
Arrivato ad Alba con l’intento di prepararsi al meglio sull’asfalto in vista dei suoi prossimi impegni iridati, Gryazin era dato tra i favoriti della vigilia ed una volta accesi i motori ha preso con determinazione il comando della classifica, riuscendo ad aver ragione ed a controllare con determinazione i migliori interpreti del Campionato Italiano ed anche alcuni stranieri di livello.
Il primo acuto sulla “power stage” di ieri, in diretta televisiva, era stato del savonese Fabio Andolfi (Skoda Fabia), ma alla ripresa della gara stamane, pur siglando il miglior tempo sulla seconda prova aveva “sentito” Gryazin avvicinarsi per poi assistere al sorpasso sul tratto successivo. Da quel momento in poi, il leader, da una parte ha attaccato e dall’altra ha guardato a difendersi, riuscendo comunque nell’impresa di aggiudicarsi una delle gare più affascinanti ed esaltanti dell’intero circuito rallistico italiano.
Seconda posizione finale per il varesino Andrea Crugnola, tornato alla vittoria dopo l’alloro del Ciocco ed i due secondi posti di Sanremo e Targa Florio. Un risultato pregevole ed importante, quello del driver lombardo già Campione d’Italia nel 2020, che ha rafforzato la sua leadership di campionato, al giro di boa stagionale.
Podio completato da Fabio Andolfi, finito terzo. E’ sempre stato ai vertici, il savonese interpretando al meglio le insidie del percorso che, come molti altri, conosceva per la prima volta. Bravo, Andolfi, a saper arginare i ripetuti attacchi del neozelandese Hayden Paddon, anche lui alla prima esperienza albese. Arrivato il mercoledì prima della corsa, con sulle spalle un interminabile viaggio intercontinentale, tornando sull’asfalto dopo cinque anni e con una Hyundai i20 R5 non di ultima generazione è stato sempre tra i grandi protagonisti della gara, chiudendo con soddisfazione e merito al quarto posto.
La top five l’ha intascata al termine il francese Stephane Lefebvre, anche lui per la prima volta in Langa, con una Citroen C3 Rally2. Una gara anche in questo caso sempre di vertice, ben ispirato dai nervosi e selettivi tracciati incontrati.
Gara di livello anche per il pluridecorato Paolo Andreucci, sesto, tornato nel Campionato Italiano dopo alcune stagioni con il compito di testare le coperture indiane MRF su asfalto, con la sua Skoda Fabia, davanti al Campione Italiano in carica Giandomenico Basso, con una Skoda pure lui, mai entrato in sintonia con le strade trovate.
Tra le due ruote motrici, dopo i primi, classici “onori di casa” di Stefano Santero, con la Peugeot 208 Rally4, poi fermatosi per rottura, aveva preso in consegna la classifica il bresciano Andrea Mabellini (Renault Clio Rally4), per tutta la gara in continuo duello con il versiliese Gianandrea Pisani (Peugeot 208 Rally4), prima che quest’ultimo uscisse di strada durante la penultima prova.
Il respiro internazionale della gara è stato dato sia dalla validità per il TOUR EUROPEAN RALLY (TER) che dal campionato svizzero, il quale ha proposto al via ben 12 equipaggi che hanno movimentato assai la scena. La vittoria l’ha messa in cassaforte Jonathan Hirschi, con una VolksWagen Polo R5, con quasi un minuto di vantaggio su Ivan Ballinari, su una pari vettura.
LA TOP TEN ASSOLUTA: 1. GRYAZIN-ALEKSANDROV (SKODA FABIA EVO R5) IN 1:12’59.7; 2. CRUGNOLA-OMETTO (CITROEN C3 R5) A 11.9; 3. ANDOLFI-FENOLI (SKODA FABIA EVO R5) A 15.9; 4. PADDON-KENNARD (HYUNDAI I20N R5) A 23.9; 5. LEFEBVRE-MALFOY (CITROEN C3 R5) A 37.0; 6. ANDREUCCI-BRIANI (SKODA FABIA EVO R5) A 43.8; 7. BASSO-GRANAI (HYUNDAI I20N R5) A 47.6; 8. DE TOMMASO-ASCALONE (SKODA FABIA EVO R5) A 49.3; 9. SCATTOLON-BERNACCHINI (SKODA FABIA EVO R5) A 1’03.7; 10. LLARENA- FERNANDEZ (CITROEN C3 R5) A 1’30.2.
A GINO-MICHI LA GARA “DI ZONA”
Gara a senso unico, quella della Coppa Rally di Zona. L’ha fatta sua Alessandro Gino, al debutto con la ammiratissima Citroen C3 WRC “plus”. L’imprenditore piemontese (già vincitore assoluto per due edizioni ad Alba, 2017 e 2018), pur “trasparente” ai fini della classifica (che non prevede le “Supercar” come la sua), non si è risparmiato, andando a vincere con quasi un minuto di vantaggio sul valdostano Elwis Chentre (Skoda) che nel computo finale ha staccato l’astigiano Jacopo Araldo (Skoda). Pure questi due, non si sono risparmiati, con Araldo che nelle prime due prove del venerdì pomeriggio si era insediato al secondo posto inseguendo Gino, per poi dover cedere il passo a Chentre dalle prime battute del secondo giorno. Uno spettacolare duello, il loro, che ha nuovamente identificato le vicende della prima zona di Coppa Italia. Quarta piazza finale per lo spettacolare toscano Federico Santini (Skoda) ed ha poi firmato la top five la ligure Patrizia Sciascia, con una VolksWagen Polo R5.
COPPA RALLY DI ZONA- TOP TEN ASSOLUTA: 1. GINO-MICHI (CITROEN C3 WRC+) in 41’44.4; 2. CHENTRE-GRIMALDI (SKODA FABIA EVO R5) a 57.0; 3. ARALDO-ARASPI (SKODA FABIA EVO R5) a 1’36.3; 4. SANTINI-BARSOTTI (SKODA FABIA EVO R5) a 2’17.2; 5. SCIASCIA-BIONDI (VOLKSWAGEN POLO R5) a 2’45.5; 6. ROSSO-FERRARI (RENAULT CLIO RS) a 3’50.7; 7. PIZIO-TOZZINI (PEUGEOT 208 GT LINE) a 4’00.4; 8. MINERDO-SANDRIGO (FORD FIESTA R5) a 4’17.1; 9. TORCHIO-CARLEVERO (PEUGEOT 208 GT LINE) a 4’21.6; 10. FENOGLIO-ROSSO (PEUGEOT 208 GT LINE) a 4’29.0.
Vera e propria identità del territorio il Rally di Alba ha debuttato al meglio possibile nel contesto esclusivo del Campionato Italiano Rally-Sparco, il Langhe-Monferrato-Roero, patrimonio UNESCO, suo percorso, ma anche l’accoglienza riservata ai concorrenti ed al loro seguito ha mostrato un evento in grado di poter proseguire la propria storia nel palcoscenico più importante delle corse su strada italiane.