Intervista a Giovanni Minardi
Sono già dieci le candeline che Giovanni Minardi si appresta a spegnere. Dieci anni della sua Minardi Management che lavorando al fianco di piloti e team, ha portato molti di loro al successo . Nella tua carriera ti sei trovato a lavorare con diversi piloti che si sono costantemente messi in evidenza nei campionati in cui hanno partecipato “Sotto questo punto di vista non posso certamente lamentarmi. Il DNA Minardi è quello di lavorare con i giovani talenti, con quei ragazzi che hanno qualcosa in più.”
Giovanni è cresciuto a pane, corse e motori avendo iniziato fin da giovanissimo a farsi le ossa all’interno del Minardi Team, per poi collaborare con diverse realtà e iniziare la sua avventura come manager “Ho lavorato nel team di mio padre dal 1996 al 2002 iniziando come Team Manager nella squadra prove per poi passare nel ‘97 in squadra corse. Per apprendere l’arte ho ricoperto qualsiasi ruolo, dal centralinista al gommista, dal meccanico al carrozziere. In questo modo ho toccato con mano tutti i settori della F1 oltre a conoscere lo staff del team. Chiusa la parentesi Formula 1 ho iniziato a collaborare con team in diversi campionati come DS, dove non sono mancate le soddisfazioni. Ho vinto gare e campionati, in F.3000, Superleague Formula e GT. Proprio da queste esperienze è nata la mia società di Managemet; per puntare ad una gestione sportiva a 360°”
Nel tuo percorso professionale ti sei trovato a lavorare, collaborare e vedere da vicino molti piloti, sia in Formula 1 che nelle formule propedeutiche “Accennavo al DNA Minardi. Ho potuto respirare momenti in cui piloti come Fernando Alonso sono decollati grazie al Team Minardi e, alle prime armi, sono stato a fianco di Pastor Maldonado, un altro Pilota che ha fatto i primi passi in F.1 con la Minardi nei test di fine anno per i giovani Piloti. L’oggi è rappresentato da Davide Rigon. Un ragazzo di grande talento; purtroppo senza supporti economici adeguati con i quali oggi sarebbe già in Formula 1 da qualche stagione. In ogni caso Davide ha vinto molto ed in ogni Campionato ove abbia partecipato con mezzi adeguati. Grazie a questi risultati oggi fa parte della famiglia Ferrari, ha un contratto da Professionista e un ruolo importante nello sviluppo della F.1 al simulatore e un ruolo come Pilota con la Ferrari 458 del Team Kessel e partecipa al Campionato Blancpain Endurance”.
Cosa vuol dire fare il Manager? “Non esiste una ricetta unica, si tratta di mettere insieme un puzzle composto da tantissimi pezzi: 1) una valutazione del pilota dettata da vari fattori, come il tipo di esperienza che ha alle sue spalle, che preparazione psico fisica ha maturato. 2), valutare quale campionato sia consigliabile. 3) E’ fondamentale costruire attorno al Pilota la migliore struttura tecnica, quindi conoscere, colloquiando con il Team prescelto, quali ingegneri e meccanici sono sotto contratto in quel momento. 4) In funzione del budget che si dispone, consigliare tutte le strategie Tecniche e di comunicazione per ottenere il migliore risultato sportivo e di comunicazione.”
Quindi un Manager oggi ha il compito di disegnare e programmare nel tempo la carriera di un Pilota: ”In questi dieci anni il Motor Sport è cambiato molto, soprattutto per il momento critico che attraversa l’economia mondiale. Mai come oggi è necessario programmare a medio e lungo termine le tappe e gli investimenti per mettere un Pilota in condizione di diventare un Pilota professionista e, perché no, arrivare in F.1, sogno di tutti i ragazzi che si avvicinano all’automobilismo. Sono convinto che il Manager sia determinante in un panorama molto frammentato in Campionati nazionali ed internazionali; per la scelta del Team giusto, la collaborazione nella ricerca dei migliori tecnici e delle migliori professionalità per lo sviluppo delle attitudini del Pilota, fin al supporto nelle scelte di preparazione atletica e mentale. Le risorse finanziarie sono sempre più difficili da reperire, una guida sicura che possa far compiere i passi necessari, senza sprechi e con la maggior efficacia è indispensabile. Tutto questo unito alla esperienza e la profonda conoscenza del mondo del Motor Sport significa fare il Manager”.
Cosa ti manca ancora: “Sono un Minardi, e la mia famiglia ha fatto debuttare tanti Piloti in F.1 e di questi molti hanno fatto la storia dell’automobilismo, vorrei quindi riuscire a portare un giovane dai kart fino alla F.1, una sfida difficile, ma non impossibile.”