Lavoro “doppio” per Pietro Peccenini nei test di Imola
Il driver milanese della TS corse ha dovuto provare con due diverse monoposto in vista del campionato di Formula Renault 2000 Alps: “Un inconveniente al motore non mi ha permesso di completare il programma sulla mia vettura abituale, ma il team è stato impeccabile” Quasi 150 giri su uno dei circuiti più impegnativi al mondo. Sono state due giornate di “doppio” lavoro per far fronte agli imprevisti quelle che Pietro Peccenini ha affrontato al volante della Formula Renault 2000 a Imola. Insieme al team TS Corse il driver milanese sta preparando la prossima stagione del campionato internazionale di F.Renault Alps, che scatterà proprio da Imola il 5 e 6 aprile. I test dell’11 e 12 marzo sulla pista emiliana hanno rappresentato un’occasione importante per provare assetti, regolazioni e pneumatici, anche se le noie patite al motore, tra l’altro appena revisionato dalle strutture convenzionate, sulla monoposto abitualmente utilizzata da Peccenini hanno stravolto il programma di Pietro.
Purtroppo l’inconveniente è arrivato nel pomeriggio della prima giornata di test, danneggiando anche la parte posteriore dell’auto proprio quando il driver milanese stava per montare pneumatici nuovi. A quel punto prove finite e tutto il team al lavoro fino a tarda notte per assettare una seconda monoposto di F.Renault. Il giorno successivo Peccenini ha subito dovuto prendere le misure alla vettura per poi cercare di trovare confidenza anche con i treni di gomme nuove, con riscontri cronometrati in progressione.
“Il lavoro non completato sulla mia monoposto non ci ha scoraggiati – ha spiegato Peccenini -, abbiamo continuato a lavorare senza soste e alla fine siamo tornati in pista riuscendo almeno a testare qualche particolare in più e fare ancora più esperienza sul tracciato che inaugurerà il campionato. TS Corse è stata davvero impeccabile e ora utilizzeremo i dati raccolti in vista dell’ultimo test pre-gare che ci vedrà impegnati il 20 e 21 marzo in Belgio a Spa.”
Foto allegate: Foto Marco Pieri