“Merged” nel grande evento che ha portato al Ciocco ben tre manifestazioni, di cui due “titolate”, la Cannonball Run 4×4 merita un discorso a se stante. Per una serie di motivi e principalmente per il fatto che, al di là della tensione agonistica ufficiale, i protagonisti della Cannonball sono gente davvero speciale.

Intanto hanno portato a termine una gara con un serio coefficiente di difficoltà, e poi perché per certi versi la Cannonball interpreta in maniera primordiale, che è forse la più giusta, la filosofia della competizione senza tanti fronzoli, che attinge al concreto, insomma, per esprimere una passione autentica. Viene da pensare che, se da una parte il contesto delle tre manifestazioni, riunite nella formidabile trilogia di drivEvent, ha dato lustro alla Cannonball organizzata da Rudy Briani, dall’altra è proprio quest’ultima a restituire il senso del grande fuoristrada nello spirito più puro. Nell’uno e nell’altro senso, in ogni caso, l’”autenticazione” dell’evento drivEvent non può prescindere dal successo della Cannonball.

La classifica finale della manifestazione parla chiaro: gli assi della Cannoball, sottoposti ad una prova senza indulgenze, non si sono risparmiati, e sono andati incontro alla durezza di una tracciato pensato per il Campionato Italiano Cross Country con la grinta della rande occasione da sfruttare a pieno.

Gianluca Morra e Luca Abbondi hanno “staccato” il Trofeo del vincitore portando al successo una bellissima, e non meno ben preparata, Pajero da corsa con un glorioso passato nel Tout Terrain. Morra e Abbondi sono i vincitori, ma per l’equipaggio il riconoscimento che resta perennemente più ambito è quello di una passione smisurata.

Secondo posto per uno degli equipaggi più giovani Paloschi-Rasini, mantovano in una simbolica riunione di conterranei con Rudy Briani, al comando di una vettura senz’altro datata, la Feroza bianco-verde, ma amorosamente mantenuta e aggiornata al livello delle più giovani “belve” del panorama 4×4.

Il terzo posto è, invece, di una vettura atipica, la piccola, rossa Panda 4×4 che rivive agonisticamente in un Progetto che si è dimostrato particolarmente efficace e competitivo. C’è da dire che il piccolo “cockpit” delle vettura torinese era affollato di storia dell’Off Road. Oltre a Ivan Zanone alle note, uno dei “senatori” del Campionato Italiano Velocità Fuoristrada, Alberto Bertuzzi.

Ma i dati significativi dell’edizione 2014 della Cannonball Run 4×4 non si fermano al podio del Ciocco. Vale la penna senz’altro di ricordare le performances di tutti i partecipanti, ognuno magari “motivato” alla sua maniera. C’è chi, infatti non avrebbe mai potuto disertare una manifestazione organizzata da drivEvent. È il caso, per esempio, di Giorgio Bertoni, in gara con una L200 insieme a Paolo Castiglioni, che non ha mai mancato ad un appuntamento, o di Maurizio Settimo, al comando di una Suzuki Vitara insieme a Mario Patono, nell’orbita dell’ispirato fuoristrada Briani-Made da ancor più tempo. E va da sé che non concorrevano per un gradino del podio equipaggi come quelli di Macrini-Fratoni Tonti o dei Tonino-Tonino, entrambi in gara con vetture di gloria passata ma non in grado di contrastare le più moderne espressioni della preparazione delle 4×4. Parliamo, rispettivamente, delle gloriose Dahatsu Rocky e Suzuki Vitara. Analogamente, era chiaro che la Mitsubishi L200 di Michele Bini e Adriano Batoni, una macchina allo stato dell’arte in chiave “africana”, non poteva avere ambizioni particolari sul tortuoso e stretto tracciato del Ciocco.

Anche questi casi, così come tutti gli altri, tuttavia, esprimono una forza che sta al di sopra della meccanica, che è alla base della magnifica purezza della Cannonball e che si chiama Passione.