Alex Zanardi – IL MIO CUORE È A STELLE E STRISCE
Ciao gente, sono appena dagli States, molto contento per la verità! Prima però devo spiegarvi una cosa: Domenica 23 ottobre assieme a Francesco Canali ho vissuto una esperienza indimenticabile alla maratona di Venezia, il più bel regalo di compleanno che potessi farmi. Purtroppo, appena giunto al traguardo ho avuto la notizia terribile della scomparsa di Marco Simoncelli e ho francamente perso ogni entusiasmo per raccontarvi una esperienza memorabile nel modo che merita, cosa che a suo tempo farò, ve lo prometto ma non è ancora oggi il momento.
Non lo è perché nel frattempo è accaduto dell’altro in questo fine settimana, quello di cui voglio parlarvi, della Maratona di New York.
Per rendere più piacevole il viaggio, mi ero recato negli States con famiglia e un gruppo di amici molto cari e simpaticissimi.
Ci siamo divertiti un sacco, nonostante la fitta scaletta di impegni che avevo in agenda, siamo riusciti a fare tutte le cose tipiche che vanno fatte nella “Grande Mela”. Dalla visita alla Statua della Libertà, al Rockfeller Center, dallo shopping a Times Square ad una gita a Central Park. Eccetera..aggiungerei, perché a New York anche una semplice passeggiata è un momento speciale, specialmente se puoi condividere tutto con persone a cui vuoi bene e con cui stai bene.
Cavolo ! Che dire poi se prima di tornare, sotto gli occhi dei tuoi amici e di tutte le migliaia di persone stipate lungo il percorso lì attorno, riesci a vincere anche una maratona.. Anzi, “la Maratona”!?!
Bèh è andata così, ho vinto la gara a cui tenevo moltissimo, ho vinto la maratona di New York!
Non è stata facile. Al Venerdì, ritirando il pettorale, avevo buttato un occhio all’elenco degli iscritti e immediatamente mi era sembrato un parco partenti “facile”.
In realtà, pur con le assenze di alcuni forti atleti che abitualmente corrono la gara, non avevo visto il nome di Dane Pilon, forte atleta Americano della mia stessa categoria e vincitore delle due ultime edizioni della gara. E non avevo notato neppure il nome del polacco Rafal Wilk, atleta che nello sprint non è temibile quanto Pilon, ma che sulla distanza sarebbe stato un osso duro da masticare.
Bèh queste cose le ho scoperte la domenica.
Niente paura, in una edizione particolarmente fortunata da un punto di vista climatico, c’era un sole ed una temperatura eccellente, sono partito subito spingendo, ma in modo controllato.
Il via è subito in salita: sul ponte di Verazzano si sale per più di due chilometri con una pendenza che va dal 4 al 6 % . Ho impostato un ritmo comodo e mi sono subito ritrovato davanti.
Al colmo del ponte eravamo già rimasti in tre, come da copione, i tre favoriti.
Senza forzare nelle discese e risalendo i falsipiani ( la pendenza lungo il tragitto non è mai costante.) con sempre più decisione, ho scaldato “la macchina” al meglio e confesso che successivamente ho più volte saggiato la resistenza dei miei avversari dando fondo o quasi alle mie risorse.
L’ho fatto sulle salite dei cavalcavia, sui ponti come il “Pulaski” bridge , che segna la metà gara o il “Queensboro” dal quale poi si scende verso la First avenue.
Niente, a meno di uno sforzo esagerato, non c’era verso di arrivare in solitaria al traguardo di Central park e quindi, mi sono messo buono a controllare la corsa in attesa dello sprint finale.
Così è stato, se avessi dato tutto, forse sarei anche stato chiamato a pagar dazio per il lavoro incostante degli ultimi tempi, dove, tra i mille impegni, non mi sono certo potuto allenare come avrei dovuto.
Tuttavia la volata, è una delle cose che mi riescono meglio e presentandomi all’arrivo relativamente fresco avrei potuto indubbiamente giocarmela al meglio.
Rientrando a Central Park da Columbus Circle, a ormai meno di 700m dall’arrivo, il dramma..
.sulla rampa di accesso un sobbalzo mi ha fatto scendere la catena!
Fortunatamente, Dane Pilon che mi seguiva, se n’è accorto con un attimo di ritardo.
Quando è scattato per approfittarne, ero ormai riuscito a rimettere la catena in guida sulla corona e, accelerando, l’ho ripreso in un attimo.
Era ancora presto per la volata e infatti lui ha mollato per controllare le mie intenzioni.
Da un certo punto di vista, il piccolo imprevisto è diventato una fortuna: è stato grazie a quell’evento casuale che ci siamo poi ritrovati fianco a fianco, con lui che non poteva rimettersi nella mia scia perché il posto era già “occupato” dal Polacco Wilk…
In quel modo siamo andati avanti studiandoci fino al cartello del 26mo miglio, era ancora un po’ presto ma lui è partito.
L’ho tenuto, poi al cartello dei 200yards all’arrivo (circa 180m), ho spinto a fondo passandolo nettamente .
Quando ormai sapevo di aver “agganciato” il traguardo, siamo transitati su dei passacavi in plastica abbastanza alti che, probabilmente, servivano per il sistema di cronometraggio e dietro di me ho sentito un rumore davvero sinistro!
Pilon deve aver toccato una di queste protezioni con le manopole e ha perso il controllo della sua handbike schiantandosi poi nelle transenne.
Ovviamente mi spiace, nel momento in cui vi scrivo non so nulla delle sue condizioni e mi auguro ovviamente che se la sia cavata con qualche escoriazione e una gara finita certo in modo diverso rispetto a quanto aveva sperato.
A me invece è andata bene, sono felicissimo del risultato, di aver trionfato in un Paese che mi ha dato tanto e che, a giudicare da quante volto ho sentito gridare il mio nome dalle persone lungo il percorso, non ha nemmeno dimenticato ciò che ho fatto a livello sportivo in passato e questo mi scalda davvero il cuore.
Ora torno con la testa sul lavoro di presentatore, o “moderatore” , come penso sia più giusto definirmi.
Questa settimana sarò impegnato con il Team eccezionale di “E se domani” nella registrazione della prima puntata che andrà in onda il prossimo Sabato 12 alle 21 e 30 circa su RAI 3…
..Mi raccomando, seguitemi eh..Vi aspetto!
Ciaooooooo