Monza Historic, all’Autodromo Nazionale Monza profumo di storia
Conclusa la manifestazione organizzata da Peter Auto: auto da sogno, piloti da tutto il mondo. Vittorie oggi per Lola, Ferrari, Toj, Ford e BMW.
Fra i protagonisti due ex F1, Emanuele Pirro e Giovanni Lavaggi
Sei appassionanti competizioni a conclusione di un fine settimana che ha visto all’Autodromo Nazionale Monza splendide auto che hanno scritto pagine indimenticabili dell’automobilismo sportivo nei circuiti di tutto il mondo.
Due gare di 60 minuti per la CER – Classic Endurance Racing, la classe che fa rivivere i fasti delle competizioni endurance che si svolsero fra il 1966 e il 1979. Per soddisfare le domande di partecipazione, le macchine sono state divise in due gruppi: CER 1, riservato a GT dal 1966 al 1974 e a Prototipi dal 1966 al 1971, e CER 2, per GT dal 1975 al 1979 e Prototipi dal 1972 al 1979.
Prima fila da sogno nella CER 1 con due splendide Ferrari, la 512 M del 1971 e la 512 S del 1970, già protagoniste fra l’altro della 1000 km di Monza e condotte da due piloti che hanno fatto la storia dell’automobilismo italiano: Giovanni Lavaggi (in Formula 1 negli anni 1995/96, vincitore della 24 Ore di Daytona), in coppia con lo statunitense Steven Read, ed Emanuele Pirro (in Formula 1 dal 1989 al 1991, 5 volte vincitore della 24 Ore di Le Mans), in coppia con lo statunitense Bob Earl. Pole position per Lavaggi che ha preceduto in mattinata Pirro di soli 25 millesimi! Al via Pirro precede Lavaggi alla Prima Variante, che deve subire poi anche il sorpasso della Lola T70 Mk III del 1968 guidata dal francese David Ferrer. Pronta risposta di Lavaggi alla Parabolica che riconquista la seconda posizione. A questo punto inizia un bel duello fra i due piloti italiani, distanziati di pochi centesimi. Pirro si difende dagli attacchi e grazie ai doppiati riesce a guadagnare alcuni secondi. Al terzo posto risale la Lola T70 Mk III B del 1969 dell’olandese David Hart che deve difendersi dagli attacchi della Chevron B 19 FVC del 1971 del britannico Martin O’Connell. Segue Ferrer che ha perso posizioni a causa di una manovra errata. Dopo la sosta ai box per regolamento e cambio piloti, Earl mantiene la testa con la Ferrari 512 S, seguito da Hart e O’Connell. La Ferrari 512 M con Read scivola al quinto posto. La Lola di Hart va all’attacco, inanellando giri sempre più veloci, e si avvicina alla Ferrari di Earl. Ma lo statunitense riesce, anche grazie ad alcuni doppiati, a riguadagnare terreno. A questo punto, alle sue spalle, Hart deve difendersi dai ripetuti attacchi di O’Connell. Dopo un’ora di gara, colpo di scena all’ultimo giro, la Ferrari di Earl si ferma alla Seconda Variante e la vittoria si gioca sul filo di lana fra Hart e O’Connell. Vince, alla media di 170,3 Km/h, la Lola T70 davanti alla Chevron B19. Terzo posto per la Chevron B 19 FVC del 1971 dello svizzero Philipp Bruehwiler.
Nella CER 2 parte dalla pole la Lola T290 DFV del 1972 dello svizzero Philippe Scemama, seguito dalla Lola T286 DFV del 1979 del connazionale Dominique Guenat e dalla Toj SC 304 del 1976 del fratello Yves Scemama. Quest’ultimo nel corso del primo giro guadagna la prima posizione che manterrà fino al traguardo, salvo che per i pochi giri necessari alla sosta regolamentare ai box, vincendo alla media di 174,8 Km/h. Seconda posizione per la Lola T298 BMW del 1979 condotta dal francese Patrice Lafargue che precede Guenat.
Molte emozioni ha riservato anche oggi con Gara 2 il Trofeo Nastro Rosso, serie che, dato il valore economico estremamente elevato delle vetture in corsa (si parla per alcune anche di diversi milioni di euro), è regolato da precise norme etiche sportive basate su rispetto e fair play, a tutela di vere e proprie icone delle più grandi marche automobilistiche. Nonostante questo, piloti e vetture non si sono certo risparmiati, con numerosi attacchi e sorpassi. La gara, di 35 minuti, ha visto rivaleggiare soprattutto le prime due dell’ordine di arrivo di ieri, ossia la 250 GT Breadvan del 1962 con l’austriaco Niklas Halusa e la 330 GTO del 1963 dello svizzero Carlo Voegele. Per sottolineare ancora il valore delle auto di cui stiamo scrivendo: la prima è esemplare unico al mondo, della seconda ne esiste solo un altro. Parte Halusa dalla pole e mantiene la testa nelle prime battute, ma Voegele lo supera nel corso della prima tornata. I due si fronteggiano a colpi di giri veloci ma via via Voegele incrementa il suo vantaggio e chiude primo al traguardo alla media di 147,9 Km/h. Alle spalle di Halusa, terzo posto per un’altra Ferrari, la 275 GTB/C del 1964 dello svizzero Arnold Meier.
Riservata alle vetture che animarono l’European Touring Car Championship fra il 1966 e il 1984, che ai tempi d’oro furono condotte anche da grandi campioni di Formula 1 come Jackie Stewart, Jochen Mass, Jody Scheckter, ecc., la Heritage Touring Cup ha offerto una gara di 60 minuti. Parte dalla pole la Ford Capri 3100 RS Cologne del 1974 affidata al francese David Ferrer, che mantiene la posizione alla Prima Variante seguita da un’altra Ford Capri, una 2600 RS del 1972, del britannico Steve Dance e dalla BMW 329 del 1980 del francese Benjamin Poron. Sembra una galoppata vincente quella di Ferrer che conduce incontrastato per 15 giri, ma problemi al propulsore lo costringono improvvisamente a rallentare e a cedere il primato a Dance. Ferrer riesce comunque a conservare la seconda posizione e a difendersi dall’attacco della Volvo 240 Turbo del 1984 del britannico Andrew Beverly che giunge terzo.
Infine da segnalare, nella U2TC, la vittoria della BMW 1800 TiSA del 1965, alla media di 140,4 Km/h, dell’equipaggio britannico composto da Richard Shaw e Jackie Oliver, davanti alla Ford Lotus Cortina del 1965 dei britannici David Tomlin e Martin Stretton e alla Alfa Romeo Giulia Sprint GTA del 1965 del tedesco Dominik Roschmann. Mentre nella Alfa Revival Cup, vittoria di Roberto Arnaldi alla media di 139,6 Km/h alla guida di una GTAM-gr. 5 del 1976, che ha preceduto Daniele Facetti (GTAM del 1970) e il tedesco Albert Weinzierl (GTAM del 1970).