Dakar – Aprilia – Africa o Perù?
Quindicesimo posto per Alain Duclos nella terzultima tappa della Dakar. Il Perù, 27° paese attraversato nella storia della Dakar, mette i piloti a dura prova per le sue difficoltà. Chi si aspettava una Dakar ormai in discesa si è dovuto ricredere oggi, nella dodicesima tappa da Arequipa a Nasca, celebre per le sue “linee” visibili solo dal cielo. Seconda parte della tappa marathon, le moto hanno dovuto affrontare oggi una prova speciale di 245 chilometri, che comprendeva praticamente tutti i terreni possibili. Inizio sulla spiaggia, poi piste, canyon, e le terribili dune di Tacana, una sabbia talmente soffice che richiedeva uno sforzo supplementare ai motori.
Terreni che assomigliavano tanto alla Mauritania, punto focale della Dakar quando si svolgeva in Africa, con tanto di “Herbe a chameaux”, una speciale nella quale Alain Duclos si è divertito molto a far correre la sua Aprilia, che lo ha ripagato con un ottimo quindicesimo posto di tappa. Alain ha pensato soprattutto, in una tappa così dura, a risparmiare il motore e la frizione, dato che è uno dei pochissimi piloti di livello a non aver ancora cambiato il motore, segno dell’eccezionale affidabilità del bicilindrico Aprilia.
Con una classifica generale ormai compromessa dalla settima tappa, il franco/maliano sta soprattutto facendo esperienza e test sulla moto.
Alain Duclos: “Penso sia stata la tappa più bella di tutta la Dakar, una tale varietà di terreni che sembra impossibile incontrare in 250 chilometri. Sembrava di essere in Mauritania. Io mi sentivo molto bene ed anche la mia Aprilia è andata perfettamente. Ho cercato di risparmiare un po’ la frizione nelle dune, che erano veramente molli, tanto che per salire bisognava prendere la rincorsa e salire in prima con il motore fuori giri.”