Riccardo Rigo: “Ho corso per ricordare papà”

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La vita spesso è strana, ingiusta, crudele e drastica nei confronti di chi ha saputo amare questo mondo e questo sport sin dal primo momento.

Amare, questa è la parola ‘chiave’.

La parola che descrive il papà del pilota Riccardo Rigo scomparso da tre anni lasciando al proprio figlio una parte di quella grande passione di cui tutti siamo un po’ patiti: il rally.

E così, proprio lo scorso weekend, in occasione della sesta edizione del Valsugana Historic Rally, il pilota di Borgo Valsugana ha rimesso tuta e casco facendo partire i cronometri sul tracciato casalingo.

Forse, anche se solo per un attimo, è tornato sorriso a colui che ogni giorno dall’alto guarda il proprio figlio con quell’aria di ammirazione e speranza che Riccardo possa continuare a realizzare tutti, ma proprio tutti, i suoi sogni.

Ad accompagnarlo in questa straordinaria competizione, il veterano del quaderno delle note KK Fabio Cadore che si è detto onorato di poter affiancare Rigo in una gara così importante a livello umano.

La vera protagonista, insieme a Riccardo e Fabio alla gara di Trento, è stata la meravigliosa Audi Quattro di Andrea Zivian che Riccardo ha saputo gestire al meglio grazie anche all’aiuto del suo co-driver, sfornando così un ottimo nono tempo assoluto in termini di classifica generale.

In questo caso, però, vogliamo limitarci a cogliere il lato più emozionale e più umano di questa competizione. Ci sembra doveroso. E l’unica cosa che vogliamo auspicarci è che Riccardo Rigo possa continuare la sua scalata raggiungendo tutti gli step che si è prefissato rendendo felice colui che quotidianamente, da stare lassù, grida “GO!”.

Christian Basini