Le 11 frenate di Abu Dhabi unite al caldo torrido mettono a rischio le temperature dei freni delle F1

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Il 20° ed ultimo appuntamento del Mondiale di Formula 1 è in programma dal 24 al 26 novembre all’Yas Marina Circuit di Abu Dhabi. La pista si trova sull’isola artificiale omonima, a fianco del Ferrari World, nell’area nordoccidentale della capitale degli Emirati Arabi Uniti.

La prima parte della pista è molto veloce, con due rettilinei in cui viene utilizzato il DRS, mentre a partire dalla curva 11 le curve secche si intensificano ed impediscono di raggiungere i 300 km/h nella sezione restante del tracciato.

La gara prende il via alle ore 17, con la luce solare, ma dopo mezz’ora arriva il tramonto e l’ultima ora si disputa con la luce artificiale. Quest’alternanza si traduce in un calo delle temperature di 10-15 gradi, con conseguente riduzione del grip e prestazioni mutevoli in frenata.

Nella prima mezz’ora di gara, quella disputata sotto il sole torrido, il grip è invece elevato così come le temperature dell’impianto frenante. Ciò può creare problemi di smaltimento termico ed usura del materiale d’attrito.

Secondo i tecnici Brembo, che hanno classificato le 20 piste del Mondiale usando una scala da 1 a 10, l’Yas Marina Circuit rientra nella categoria dei circuiti più impegnativi al mondo per i freni. La pista araba si è meritata un indice di difficoltà di 10, identico al valore ottenuto dai circuiti di Montreal, Città del Messico e Singapore.
L’impegno dei freni durante il GP
Pur essendoci 21 curve, i piloti utilizzano i freni 11 volte al giro. Solo sui circuiti cittadini di Singapore e Monaco ci sono più frenate, rispettivamente 15 e 12. Complessivamente in un giro i freni sono in funzione per 18 secondi e mezzo che diventano quasi 17 minuti in tutta la gara, ossia il 19 per cento del GP.
La decelerazione media sul giro è di 3,8 g ma considerando solo le prime 11 curve della pista la media supera i 4 g, valore che invece non è mai raggiunto nelle curve restanti. L’energia dissipata in frenata da ciascuna monoposto durante l’intero GP è di 178 kWh, valore pressoché simile al GP Bahrain.
Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di 63 tonnellate. Sul singolo giro invece il carico individuale supera gli 11 quintali.
Le frenate più impegnative
Delle 11 frenate dell’Yas Marina Circuit 3 sono classificate dai tecnici Brembo come impegnative per i freni, 5 sono di media difficoltà e 3 sono light.

Preceduta da un rettilineo di quasi 1,2 km, la frenata più dura è quella alla curva 8: le monoposto vi arrivano a 329 km/h e rallentano per 2,79 secondi fino a scendere a 72 km/h. Ci riescono in 73 metri grazie ad un carico sul pedale del freno di 126 kg e ad una decelerazione di 4,7 g.

Molto impegnativa è anche la frenata dopo la seconda sezione in cui è attivabile il DRS, alla curva 11: in quel caso bastano 65 metri e 2,53 secondi perché la velocità a cui arrivano è inferiore (319 km/h) e quella di ingresso curva superiore (92 km/h). Identici sono invece il carico sul pedale del freno e la decelerazione.

La terza frenata più importante in termini temporali e spaziali è quella alla curva 14, da 283 km/h a 90 km/h: servono infatti 2,47 secondi e 55 metri ma l’intensità dello sforzo per il pilota è inferiore alla frenata della curva 5. Anche per quest’ultima, infatti, la decelerazione è di 4,7 g e il carico sul pedale del freno di 126 kg, nonostante una diminuzione di velocità di “solo” 167 km/h, da 295 km/h a 128 km/h.
Prestazioni Brembo
Le monoposto con freni Brembo hanno vinto 6 delle 8 edizioni del GP di Abu Dhabi finora disputate: 3 successi a testa per la Red Bull ed altrettanti per la Mercedes. Il pilota più vincente è Sebastian Vettel con 3 vittorie, ma nessuna con la Ferrari che su questa pista non è mai riuscita a realizzare la pole position.