Rallye Sanremo, Craig Breen e Paul Nagle vincono nel finale
Le premesse per il finale a sorpresa c’erano tutte e il finale del Rallye Sanremo, seconda tappa del tricolore rally non ha deluso nessuna delle aspettative. Il campione irlandese Craig Breen, affiancato alle note da Paul Nagle, sigla il miglior tempo al termine dei 34,45 chilometri della “Testico-Colle d’Oggia”, ultima e più lunga speciale nel programma di gara, e conquista il gradino più alto del podio del 66° Rallye Sanremo. Il portacolori della scuderia Meteco Corse era partito nel pomeriggio dal lungomare di Sanremo dopo l’utimo parco assitenza con il secondo posto provvisorio in tasca, a undici secondi da Simone Campedelli, le mani ben strette sul volante della sua Skoda Fabia R5 e, come tutti, lo sguardo ad un cielo in lontananza sempre più minaccioso. Alle 17.20 Simone Campedelli e Tania Canton, fino a quel momento in testa alla classifica assoluta dove si erano piazzati dopo il terzo tratto del venerdì, prendono il via della “Testico-Colle d’Oggia”, prova da loro vinta nella passata edizione, che concludono nel tempo di 21’28”8. A un minuto dalla loro Ford Fiesta R5 con i colori del Project Team parte la Skoda dell’irlandese che attraversa le quattro vallate che interessano la prova facendo fermare il cronometro sul tempo di 21’13”5: quindici secondi e tre decimi più veloce del suo diretto avversario sufficienti a regalargli la gioia di una vittoria, cercata con caparbietà fino all’ultimo metro, che, una volta trovata, si è rivelata tanto bella quanto emozionante. Terza piazza, alle spalle di Campedelli-Canton, per Giandomenico Basso e Lorenzo Granai che, su Skoda Fabia R5, completano la decima speciale in 21’34”6 terminano le loro fatiche sanremesi a 32”9 dai vincitori. Luca Rossetti ed Elonora Mori, autori del sesto tempo sulla “Testico-Colle d’Oggia” con la loro Citroën C3 R5, chiudono in quarta posizione assoluta e un ritardo di un minuto netto sui primi. Andrea Crugnola e Pietro Elia Ometto, su Volkswagen Polo, concludono in quinta posizione assoluta a 1’17”9 da Breen-Nagle. Tre Skoda Fabia R5 occupano i successivi successivi posti della classifica: nell’ordine quella dei francesi Franceschi-Haut Labourdette, quella di Michelini-Perna, e quella dei lituani Habaj-Dymurski. Antonio Rusce e Sauro Farnocchia, su Volkswagen Polo, sono noni; chiude la top ten del Rallye Saremo 2019 l’ennesima Skoda Fabia in gara. A guidarla sulle strade della Riviera dei Fiori, Giacomo Scattolon assistito alle note da Matteo Nobili.
Rallye Sanremo, classifica assoluta finale: 1. Breen-Nagle (Skoda Fabia) in 1:40’42.3; 2. Campedelli-Canton (Ford Fiesta) a 4.3; 3. Basso-Granai (Skoda Fabia) a 32.9; 4. Rossetti-Mori (Citroen C3) a 1’00.0; 5. Crugnola-Ometto (Volkswagen Polo) a 1’17.9; 6. Franceschi-Haut-Labourdette (Skoda Fabia) a 2’53.1; 7. Michelini-Perna (Skoda Fabia) a 4’07.4; 8. Habaj-Dymurski (Skoda Fabia) a 4’40.0; 9. Rusce-Farnocchia (Volkswagen Polo) a 5’15.5; 10. Scattolon-Nobili (Skoda Fabia) a 5’48.5
Sentite sotto il podio
Craig Breen: “Una gara molto avventurosa, ieri abbiamo avuto qualche problemino ma oggi ha funzionato tutto alla perfezione: io, Paul e la macchina. Abbiamo fatto una scelta di gomme coraggiosa ed è andata bene.
Paul Nagle, navigatore Craig Breen: “E’ stato un ottimo lavoro da parte di tutti. Sembra incredibile che a distanza di dieci anni dal successo conquistato a Sanremo con Kriss Meeke nel 2009 oggi sia arrivata questa nuova vittoria”.
Simone Campedelli: “Il Saremo era una gara che venivo vedere sin da bambino e questa volta sentivo che ce la potevo fare. Non ce l’abbiamo fatta per poco, peccato. Breen è stato più bravo e si merita questa vittoria. Ieri abbiamo fatto la differenza e pareva avessimo la gara in mano; oggi non siamo riusciti a replicare la stessa cosa e dobbiamo capire perché. Stamattina ho perso dieci secondi in un colpo sulla Testico e questi, probabilmente, hanno fatto la differenza”.
Giandomenico Basso: “E’ stata una gara difficile e puntavamo a qualcosa di meglio. Siamo stati costretti a fare dei test in corso d’opera perché non avevamo mai trovato queste condizioni e che ci hanno costretti a correre difendendoci più che attaccando. Nell’ultima prova abbiamo spinto nei primi chilometri e poi abbiamo amministrato un risultato di cui, alla fine,