La prima di Alessandro Zanoni sui Sette Tornanti – La spunta per pochi secondi su Piotti e Ravaioli
Si è decisa sul filo dei secondi la settima edizione dello «Slalom Sette Tornanti» e ad esultare, alla fine, è stato il veronese Alessandro Zanoni su Gloria C8, che dopo il secondo posto dello scorso anno e il terzo del 2017 ha finalmente agguantato la vittoria in una delle gare più prestigiose della specialità. Ci teneva moltissimo, si era preparato al meglio e alla fine il suo duello con il varesino Davide Piotti su Osella Pa 8/9 è stato deciso da appena 5 secondi scarto, quelli che corrono fra il punteggio di 128,20 realizzato da Zanoni nella prima strepitosa manche che gli è valsa anche il nuovo record della gara, e il 133,22 fissato da Piotti nella seconda. Non poteva che toccare ad uno di loro succedere ad Enrico Zandonà nell’albo d’oro della gara organizzata dalla Scuderia Trentina, anche se il lotto dei partenti presentava un livello decisamente alto. I loro binomi pilota – vettura li ponevano fra i favoriti d’obbligo, dato che Zandonà ha lasciato libero il campo, scegliendo di presentarsi ai piedi del Monte Bondone con la sua nuova Fiat 500 motorizzata Hayabusa, una vettura che necessita ancora di molto lavoro per essere ottimizzata e che oggi ha affrontato due sole manche per un problema ad una sospensione.
Zanoni, come accennato, ha piazzato il colpo vincente nella prima delle tre salite disponibili, e poi ha atteso le mosse degli avversari, che si sono migliorati, ma non sono riusciti a superarlo. Il veronese non è salito nella seconda prova, per risolvere dei problemi tecnici, mentre nella terza ha realizzato un buon 130,12, che gli sarebbe valso comunque il successo, dato che Piotti ha realizzato un 133,63 nella prima manche e un 133,22 nella seconda. Il fuoriclasse varesino ha ovviamente pagato dazio al proprio noviziato sulle strade trentine e nella terza prova ha anche grattato la fiancata sinistra nel tentativo di avere la meglio, ma quando non si conosce un tracciato tutto diventa più difficile. La sua seconda piazza vale comunque moltissimo, così come la terza del romagnolo Daniele Ravaioli (prototipo Vst), che ha così bissato il bronzo del 2015: per lui la prova migliore è stata nettamente la seconda (133,90), che l’ha portato a un capello dalla piazza d’onore, mentre nell’ultima ho toccato un birillo.
A tenere alto l’onore dei piloti trentini ci ha pensato Thomas Pedrini (Radical Pro Sport), che ha conquistato una bella quarta piazza grazie al punteggio di 134,96 fissato nell’ultima salita, un posto al sole che dimostra la confidenza che sta prendendo con questa specialità. Scorrendo la classifica assoluta troviamo poi in quinta piazza un altro volto nuovo di questa gara, il torinese Luca Veldorale (135,41 nella prima ascesa), velocissimo con la sua A112 Kawasaki, se si considera che era all’esordio, seguito dall’altoatesino Roman Gurschler su Fiat 500 Hayabusa (139,73 nell’ultima salita), dal compagno di squadra Markus Gasser su Radical SR4 (140,76), da Emanuele Traina su Alba Sport Spr 02 (143,47), da Giacomo Giovanni Gozzi su Radical Sr4 (143,57) e da Marco Riboni su Fiat 127 (145,91), che completa una top ten piena di nomi nuovi.
In quanto ai gruppi, Zanoni ha vinto nell’E2-SS, Piotti nell’E2-SC, Veldorale dell’E2-SH, Riboni nell’E1, Matteo Togn (Volkswagen Golf Gti) nel gruppo S, Dennys Adami (Bmw M3) nel gruppo N, Alfonso Dalsass nel gruppo A. Curiosità ha riscosso anche la vettura elettrica portata alla slalom dagli studenti della Facoltà di ingegneria dell’E-Agle Trento Racing Team, chiamata Chimera evoluzione, una prima volta in salita per tutti loro. Le vettura guidata da Davide Farina è salita fuori gara prima delle vetture iscritte nelle tre manche ufficiali.
Le interviste
Alessandro Zanoni commenta così il proprio successo: «Una vittoria sofferta, perché Piotti mi è arrivato molto vicino e perché ho dovuto rinunciare alla seconda prova per sistemare un semialbero spezzato. Se guardo al miglioramento dei miei risultati in queste tre edizioni posso dire che è stato compiuto un bel percorso: questo tracciato bisogna imparare ad affrontarlo, perché presenta tornanti molto lenti e perché vi sono cambi di direzione netti nella seconda parte. Peccato non aver potuto duellare con Zandonà, perché sarebbe stata una bellissima battaglia: questo tempo record sarebbe stato impegnativo da realizzare anche per lui».
Sorride anche Thomas Pedrini: «Finalmente comincio a prendere confidenza con i birilli. Noi trentini conosciamo a memoria il percorso, ma gli slalom pongono un ostacolo in più, che bisogna imparare ad affrontare. L’utilizzo delle gomme Pirelli mi ha dato una grossa mano, ma per riuscire a salire sul podio manca ancora un po’ di confidenza con questa vettura, che purtroppo non ho l’opportunità di guidare spesso».